mercoledì 19 novembre 2008

Colori

Colore colore ed ancora colore...
il giallo delle foglie del ginko è di una tonalità chiara ma intensissima, perfettamente distribuita sulla superfice della foglia stessa.
sembra che siano cadute in un barattolo di vernice per essere cosi perfette, tanti piccoli ventagli gialli che creano macchie di colore sul verde intenso di un prato autinnale..
il vento le solleva e li sembrano tante farfalle svolazzanti.
il cielo è plumbeo, minaccia pioggia e questo non fa che rendere quel giallo ancora più ipnotico...
più avanti le foglie di un acero, ruggine verdi e gialle a creare un puzzle multiforme e multicolore.
com'è possibile che siano foglie dello stesso albero? così uguali e così diverse..
il traffico di questa mattina viene soffocato dalle note di Enya che mi rendono l'avvio in ufficio meno difficile.
piccoli frammenti di musica leggiadra che si mischiano come in un grande frullatore ai frammenti di bello che si fanno spazio nel grigio uniforme di una città che si risveglia.

martedì 4 novembre 2008

Milano, una notte d'autunno

Piazza Amendola Fiera, ore 00.17 una notte come tante, attendo con pazienza l'autobus che mi porterà in Duomo.
la città non è ancora del tutto addormentata, fa un caldo insolito per essere il 3 Novembre, una coltre umida avvolge tutto, le macchine che si muovono veloci come scie luminose nelle vie rese larghe dal traffico inesistente.
in centro tuttavia il rumore della città, un sommesso brusio, un non so chè di sottofondo che sembra ricordarmi sempre che lui è li, c'è, esiste.
Arriva il mio autobus, a bordo solo io ed un ragazzo cingalese, la multietnicità di Milano in questi momenti della giornata si mostra in tutta la sua semplicità, persone: diverse eppure uguali.
Il 27 scivola via sui binari di piazzale Cadorna mentre noi siamo in attesa della luce verde intenso dei led dei nuovi impianti semaforici.
Una piccola ma significativa conversazione con l'autista dell'autobus, schegge di vita che si incrociano, il ragazzo francese che ci chiede dove sia via Carlo Goldoni, il poutpourri di etnie che sale sul bus, il tutto in pochi minuti.
Piazza Missori, la fermata del bus all'angolo di corso di Porta Romana, osservo il prospetto dell'orario, è appena passata dovrò aspettare 20 minuti buoni, pazienza.
In altre occasioni sarei di cattivo umore in un'occasione del genere, invece sarà la bella serata passata con Paola e Samu, sarà che la città di notte, sonnacchiosa quasi immobile mi piace, sono felice.
la Torre Velasca è illuminata dal basso, una collana di fari che non fa che mettere in evidenza la sua strana struttura a fungo, corso di Porta Romana deserto, sui marciapiedi nessuno oltre me.
Una calma irreale, regna e sovrasta tutto e dire che è solo la una di un tranquillo lunedì di novembre. Ha piovuto tutto il giorno però in serata anche Giove pluvio ha sottoscritto una tregua con il il mondo e con Milano.
Chiazze di umido qui e la le danno un aspetto disordinato, sembra che una pelliccia leopardata sia stesa per terra a ricoprire il marciapiede, non è che il negozio di pellicce davanti alla fermata mi avrà influenzato?
Alla fine il mio bus arriva, mi porterà a casa, sferragliando sul grosso pavè passando per piazzale Lodi.
sempre meno macchine come ci si avvicina alla periferia, e la coltre di umido prima appena accennata diventa sempre più presente, ma mai fastidiosa.
i lampioni sembrano avere un alone bianco attorno, come tanti soffioni in attesa di un alito di vento a spazzare via quelle tante goccioline di vapore sospeso.
Il park multipiano sembra una cattedrale abbandonata nel nulla, la sua rigida ma ritmica struttura esce dal nulla, si muove grazie ai suoi numerosi punti luce che enfatizzano il chiaro scuro dei volumi, tanto insignificante di giorno, quanto affascinante di notte, sorrido.
le auto parcheggiate in strada a San Donato sono ricoperte di un finissimo glitter che le rende scintillanti, alcune parcheggiate da più tempo hanno anche una patina appannata sui cristalli.
le foglie cadute dagli alberi nel prato sotto casa fanno un puzzle di colori che vanno dal giallo al marrone, sul marciapiedi ai margini del parco invece sono ad un passo dall'essere concime.
Calpestate, mescolate, straziate dai tanti passi di persone indifferenti che nell'arco della giornata sono passate di la.
salgo in casa con ancora il sorriso stampato sul viso, non ho incontrato nessuno in questo tragitto, non ho dovuto condividere con nessuno di conosciuto queste sensazioni.
accendo il pc e scrivo per canalizzare le mie sensazioni.
Stanotte Milano si è concessa ad un suo abitante.
con generosità ...

Buona notte Milano