mercoledì 18 febbraio 2009

Discesa al lago (Balaton)

Il cielo è dell'aspetto che solo il Balaton sa dargli..
Azzurro con tanti ciuffi di panna montata che illuminano il pomeriggio estivo.
La brezza leggera che soffia dal lago accarezza il mio viso di pre adolescente.
Sono circa la tre del pomeriggio e dopo pranzo ci si prepara a scendere al lago.
la sacca colorata di mia mamma, i costumi femminili di mia sorella, l'immancabile total black del costume intero di nonna e di quello di papà. Nonno come al solito è dietro alla villetta nel suo amato orto e ci raggiungerà, forse, più tardi.
l'allegria regna incontrastata quasi come un'egemonica tirannia benevola.
lo stormire dei pioppi al lato della strada in discesa, le grida di gioia e divertimento in lontananza, il lago amplifica tutto come un'enorme cassa di risonanza.
Io e Diana che succhiamo avidamente il dolcissimo polline dai fiori di acacia, negli anni '80 si poteva ancora fare, le bisce saettavano attraverso la strada. Vedere un riccio o uno scoiattolo era la prassi come le libellule, piccoli velocissimi elicotteri tutt'intorno.
La strada che giunge all'attraversamento ferroviario è senza uscita, dritta come un fuso, villette tutte diverse con giardini fioriti oppure ordinati filari di vite.
Il nastro d'asfalto digrada verso il lago parallelelamente ad esso con la collina che diventa sempre più lieve, il prato che crea un cuscino verde tra l'asfalto ed i binari della ferrovia.
Un prato multiforme, a volte curatissimo e rasato come in un parco inglese, a volte selvaggio e lasciato a se stesso o meglio a madre Natura.
Un sorprendente microcosmo dove ho fatto tante piccole scoperte naturalistiche, da piccole cavallette ai bombi dal culetto bianco e peloso alle lucertole ai piccoli serpenti, insomma un piccolo mondo a parte.

Ma sto divagando, forse troppo...
Una curva a destra su uno stretto sentiero poi una a sinistra accanto alle traversine dei binari alla mia destra.
Alla mia sinistra la casa del ferroviere che tanti anni prima custodiva il passaggio,
un po come le case cantoniere sulle statali.
Quante albicocche ho colto in quel giardino, con le quali nonna produceva una marmellata con i fiocchi, uno di quei sapori che non ti scordi per la vita.
ma questa è un'altra storia, ancora..

L'attraversamento dei binari segue un rito tutto suo, è messo in un punto che non lascia molto tempo al riparare gli eventuali errori di valutazione ma in questo il lago aiuta sempre.
Nonostante sia in curva il treno si sente arrivare da lontano, i binari tintinnano sempre di più durante l'avvicinamento.

Poi un tunnel verde fino al lago tutto in discesa, da fare alla velocità della luce per l'attacco in massa di qualsiasi insetto che punge, favorito dal fresco e dall'ombra.
Arrivati giù il chiasso che si fa sempre più intenso, si sbuca davanti all'ingresso dei bagni pubbici, un grosso prato verde qualche panchina e le scalette per scendere al lago.
Un mondo umano variopinto: gli amici della spiaggia, il profumo del mais scottato che la grassa signora vende a grandi e piccini per pochi Filler, la frazione minuta del Forint, il fiorino, la moneta locale...
frammenti di vita vissuta...

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