giovedì 30 luglio 2009

immobilità apparente

Rimango solo per un momento, gli amici sono avanti non sospettano nulla.
la mia mano scivola su una superficie liscia, incedibilmente liscia e fredda che al contatto della mia mano tramuta la sua forma..
Da solido a liquido, il contatto inerme ed innocente della mia mano non sembra scalfire tutta questa apparente immobilità.
Sento di essere nel tuo ventre, ed immagino questo percorso non creato dall'uomo ma come un miracolo naturale.
La luce filtra attraverso la superficie traslucida, creado ogni sfumatura di azzuro e blu. l'odore che percepisco lo definirei di fresco, è qualcosa di pungente ed il lento ed incessante picchiettare di piccole goccie sulla pensilina sul quale cammino mi convince che quella sia la tua timida voce che si ribella alla violenza della nostra visita.
Piccole bollicine d'aria di chissà quale epoca sono intrappolate nella tua massa, sarebbe un privilegio assaporare per primo l'odore che ne potrebbe scaturire..




RhoneGletscher ( Furkapass, Oberland Bernese )

martedì 28 luglio 2009

8 passi e mezzo

Domenica 26, cielo incerto, temperatura tutto sommato accettabile.
Ore 6.23, ho appena finito di fare colazione, il rito della vestizione comincia, metodico come sempre.
Ore 6.50 ingresso in tangenziale e noioso traferimento sino all'area di servizio Brughiera ovest ove recupero i miei compagni di viaggio.
Da qui trasferimento sino a Varese ove alle 8.23 recuperiamo gli ultimi partecipanti alla nostra giornata in moto.

Fin qui il trascurabile, da qui in avanti il bello dello stare tra amici e del gusto della guida in posti meravigliosi.
La ss da Varese a Bellinzona ha pochi spunti interessanti se non il fatto che il paesaggio varia sempre in meglio proporzionalmente all'altezza dei monti circostanti.
A pochi km da Bellinzona la discesa che dal Valico di Monte ceneri (554 slm) porta in picchiata giù in città è piacevole, un misto veloce dalle pendenze a tratti elevate con tre o quattro tornanti da percorrere in appoggio con panorama sulla valle.
Ebbene si è lui il "mezzo" del titolo, troppo poco alto per consideralo un passo ma interessante dal punto di vista orografico e tutto sommato piacevole da percorrere.

Da Bellinzona a Biasca ci separano circa 20 km di strada cantonale dritta come un fuso ma data l'ora mattutina poco trafficata e di veloce percorrenza, da qui in poi ci attende la salita al Lucomagno, la valle è ampia e tende a restringersi sempre più sino all'altopiano dove è ubicata olivone, poi il percorso segue un tortuoso arrampicarsi sul fianco della montagna fino a raggiungere il passo sito ai 1976 mt slm, il paesaggio varia dal bosco di conifere sino al brullo pascolo di alta montagna.


Sosta di rigore al Hospezi s.Maria in cima al passo, per un ottimo caffè in tazza grande ( so di essere una rarità ma a me piace anche questo oltre l'espresso ) ed un croissant alle noci (che bontà); ripartenza alla volta di Disentis/Muster per un veloce misto che sembra essere inghiottito dal bosco, per poi risalire in un percorso tortuoso cerso l'altopiano ove è sita questa bellina cittadina grigionese.

Passo numero uno depennato dal taccuino di viaggio!

Dopo una sosta benzina( la Zetina ringrazia per la 98 ottani al prezzo più basso della verde qui da noi .... ), ci accingiamo ad attaccare la salita verso l'Oberalppass, vero e proprio residuato storico della metà dell'800.
In effetti i tratti più vecchi sono poco più che una carrozzabile asfaltata, però il paesaggio è idilliaco, a tratti sembra che il grosso nastro d'asfalto prenda vita sotto le Dunlop di Hime.
Peccato che il traffico domenicale, a differenza dell'Italia qui in Svizzera sembra che la gente prediliga le strade con un'anima e non l'impersonale e veloce autostrada. Dicevo del traffico, spesso interrompe il piacere della guida fluida, capita sovente di trovare un lentissimo camper, e se ti capita nel tratto di tornanti in salita sei costretto ad attendere tratti di strada più propizi ad un sorpasso.
Tuttavia i 2046 mt slm dell'Oberalp arrivano con tanto di foto ricordo,



e dire che nello stesso giorno di un anno fa qui il diluvio imperversava, oggi una giornata perfetta, caldo quanto basta e asfalto "gripposo" a sufficienza.





La discesa verso Andermatt è breve e veloce, forse anche troppo e le poche curve sono veloci da piegoni con le pedane che scintillano a contatto con l'asfalto.
Unica segnalazione e nota di demerito per il tornante in galleria non segnalato, piuttosto pericoloso.
Alla fine appare Andermatt dall'alto come se un grosso palco ci permettesse di ammirare la platea di uno spettacolo al contrario.

Passo numero due depennato dal taccuino di viaggio!

Da Andermatt a Wassen, un toboga di tornanti anche parzialmenti coperti ci permette di superare il notevole dislivello tra la piana di Andermatt e la cittadina di Wassen.
Qui il traffico è un vero e proprio incubo, sarebbe da tornarci in settimana.
Un cartello blu ci indica che la svolta a sinistra ci porteà sul terzo passo del taccuino di viaggio, il Sustenpass ( 2224 mt slm ).









la vallata morenica viene rimane a valle del nastro d'asfalto che a salire da questo lato del passo rimane un veloce percorso dalla ottima visibilità sino ai 2 tornanti con cui si arriva al passo. Qui dal cantone di uri si entra nel Oberland bernese e la SustenStrasse sino a Gadmen è qualcosa di godurioso a livelli poco descrivibili, trovi qualsiasi cosa che dia gusto nella guida con il solo punto di attenzione delle gallerie nelle quali l'asfalto è sovente umido o bagnato.
Sino ad Innertkirchen il paesaggio è sempre più verde di pascoli e boschi, lo stereotipo della svizzera alla Heidi è qui.

Passo numero tre depennato dal taccuino di viaggio!

Già pregustavo l'ottimo latte fresco della Sozial Molkerei di Guttanen, assaggiato lo scorso anno, ed invece essendo domenica è chiuso. In compenso anche qui il nastro d'asfalto che conduce ai 2165 mt slm del Grimselpass e fantastico, sino ad Handegg dove si trova la Gelmerbahn (funicolare dalla maggiore pendenza al mondo (106%) che porta sino al Gelmersee) consente di godersi il paesaggio montano in piacevole scioltezza, poi diventa più impegnativo ma stimola la parte di me che porterebbe all'arresto.







La nostra sosta pappa



la effettuiamo al Grimsel Hospitz, uno spuntone di roccia in mezzo ad un invaso idroelettrico, talmente bello da rendere la commistione opera umana-opera della natura di uno splendore unico.
La sosta dura un oretta circa, per rifocillarci e fare quattro chiacchiere e rendersi conto di aver l'impressione di essere sul tetto del mondo.





Dall'Hospitz al passo il ... passo è breve, 5 tornanti e si supera il valico con i due rifugi agli estremi del Totensee. Altri sei tornanti con una decina di allunghi molto gustosi e si raggiunge Gletsch.




Passo numero quattro depennato dal taccuino di viaggio!

Il Rhonegletscher ci aspetta con la sua grotta azzurra scavata nella sua pancia viva.
la salita verso il Belvedere ed il rifugio del ghiacciaio scorre a velocità warp, non sono riuscito a trattenere la mia parte oscura, se è capitato al tizio davanti a me con il suo gsx-r anche io devo aver lasciato dei graziosi virgoloni neri sull'asfalto chiaro. Sante Dunlop.
Aspetto i miei amici ed assieme sperimentiamo la visita alla grotta azzurra, impressionante venire a conoscenza che nel 1947 il ghiacciaio lambiva il rifugio mentre oggi siamo costretti a fare un 5 minuti buoni di scarpinata.
Garantisco che con tanto di tuta in pelle e stivali a 2000 mt abbondanti la fatica ci mette poco ad arrivare.






Superiamo i 2.431 mt slm del Furkapass di slancio e proseguiamo alla volta di Andermatt, ed a parte gli ultimi 5/6 km da Realp a Hospental la strada offre panorami mozzafiato.

Passo numero cinque depennato dal taccuino di viaggio!

Il San Gottardo ci aspetta, bello il pezzo iniziale veloce e scorrevole ma il punto clou di tutto questo itineario rimane quello che ci aspetta dopo un cartello bianco con la scritta Gotthardpass, il vecchio san Gottardo, ancora non asfaltato ma lastricato di tanti mattoncini di porfido, un po come i San pietrini a Roma ma grandi all'incirca la metà dei cugini romani.






il primo tratto sino al valico percorre un tratto rettilineo in un ampia valle, dal valico sito ai 2108 mt slm ci caliamo in un budello di curve in una gola che sembra quasi un orrido per quanto è stretta in alcuni punti.
Qui la guida sportiva va a farsi benedire a favore dello stupore nel vedere che una strada originaria del XIII secolo sia ancora qui, nonostante i "restauri" deli ingegneri svizzeri.
purtroppo lo stupore termina ad Airolo, siamo tornati in Ticino e tra poco ritorneremo nel Vallese..

Passo numero sei depennato dal taccuino di viaggio!

Airolo, Bedretto, All'Acqua.. la velocita segnata dal tachimetro è da arresto, ma è tutto troppo sgombro da traffico ed elementi di disturbo per non inisistere con pieghe e curve ad alta velocità.
Da All'Acqua in poi la val Bedretto impenna verso l'alto dei 2480 mt slm del NufenenPass tra tornanti e curve da raccordare, pena perdere il ritmo.
In cima al passo si ha una vista mozzafiato sul massiccio dello Jungfrau a nordovest, e su ghiacciai e valli moreniche.







Dal passo ad Ulrichen la via emoziona grazie alla luce tesa del tardo pomeriggio, i contrasti si fanno più forti ed i contorni sembrano essere pennellati con un pennello più spesso.
Prima paura del tour nell'ultimo tornante prima dell'abitato di Ulrichen, esco un po largo nonostante la velocità tutto sommato ridotta ed apro il gas in prossimità della riga bianca di mezzeria, penso che nemmeno il ghiaccio potesse essere così scivoloso.

Passo numero sette depennato dal taccuino di viaggio!

Briga è relativamente vicina e la fondovalle è veloce nel portarci a destinazione ma l'imprevisto è li in attesa, Mimmo e Manu scivolano poco prima di Bitsch, per fortuna senza conseguenze gravi se non qualche lieve ammaccatura fisica e morale e qualche grffio alla Zetina.
l'inconveniente ci separa, ed io e Rob saliamo al passo assieme, Max Mimmo e Manu ci precedono, certo che le indicazioni per il passo sono un po confusionarie, ci mettiamo un po a trovare la strada giusta.
Il Simplonpass, 2005 mt slm, è stata la delusione del tour paesaggio splendido ma dal punto di vista della guida non mi ha regalato nulla, forse perchè preoccupato per le condizioni di Mimmo e Manu, non avevo più voglia di fare foto. Sino a Domodossola la strada corre veloce ma senza emozioni, nonostante la profonda gola che attraversiamo.
Penso che gli darò comunque una seconda possibilità in futuro.

Passo numero otto depennato dal taccuino di viaggio!

Da qui la Straziostrada fino a Milano ed i 700 km abbondanti concludono la mia giornata in compagnia di persone stupende e di paesaggi, profumi, suoni che non dimenticherò facilmente.

8 passi e mezzo

venerdì 17 luglio 2009

Sorprese del nord ( Chapter three )

Il mio radler sta per finire, eppure l'emissione delle piccole bollicine dorate sembra interminabile.
I canederli, la salsiccia, la polenta ed i funghi sono ormai un ricordo nei piatti d'innanzi a noi ed il parlare scorre fluente.
Teppa ci lascia, deve rientrare a Trento non prima di averci indicato la strada da seguire.
In questo, nonostante sia del luogo, anche Luca è "vergine".
Si riparte in picchiata verso Bolzano, i 1800 del passo di Lavazé sono un ricordo ancora fresco quando compare il primo inaspettato imprevisto, il rifacimento del manto stradale, viscido e per lo più in discesa. Mi chiedo che diamine di base abbiamo usato per la pre-asfaltatura. Non ho mai visto una terra così rossa, se non nel Lazio rurale attorno a Roma.
La strada è bella, il ritmo più sincopato, io con Hime debbo tenere un passo molto più spedito del solito per non perdere la scia di Luca, i 70 cv in più della Jona2 si sentono tutti nei sorpassi e nelle aperture di gas sottocoppia.
Si arriva dal fresco di Lavazé al caldo di Bolzano.
Una rotonda ci da le indicazioni per l'altopiano del Renon.
Non è una strada molto conosciuta, in effetti il traffico e poco e la pendenza iniziale è piuttosto accentuata, la SP73 sembra una cosa ma ti supisce subito dopo.
La salita sembra un veloce insieme di semicurve da raccordare e dopo una curva c'è una serie di tornanti mozzafiato, di nuovo un misto veloce e ancora tornanti, gustosamente distanziati. arrivati ad Collalbo si imbocca la SP135 a dire il vero molto stretta e molto ripida.
L'idea del tipico paesaggio montano altoatesino è stereotipata, ma forse per questo vera e genuina.
A tratti il pungente olezzo dello sterco di vacca a concimare i prima campi già mietuti, i piccoli masi di famiglia affacciati su vallate lontane. Il ritmo è talmente blando che permette di godere tutto questo.
Peccato che un gruppo di tedeschi in libera uscita guidino con le loro moto superpersonalizzate in modo approssimativo, limitandoci il piacere di guida. la SP135 finisce nella SS508 della val Sarentino.
molto veloce, è da ricordare per le numerose gallerie scavate nella montagna, nelle quali occorre fare molta attenzione, in caso di un passaggio di una corriera lo spazio è molto ristretto.
Seguiamo le indicazioni per il passo della Mendola, lo Ste me ne ha parlato tanto ed il mio livello di aspettativa è alto.
Potrei definirlo un concerto brandeburghese di Bach, ma al posto delle note ci sono le curve.
Ritmico eppur vario, appena pensi di aver preso una traiettoria che possa esser buona per tutto il suo percorso, ti rendi conto che la devi riadattare, dal tornante lento al curvone veloce, tutto pare la partitura perfetta di un compositore di altissimo livello.
Fino a Ruffrè siamo solo io e Luca ad essere gli inconsapevoli interprei di simile musica, poi due Motorrader austriaci si accodano a noi. CBR 1000 RR bianco e nero ed un Suzuki GSX-R 750 di qualche anno fa.
Il Tizio in CBR ci sa fare, è come la mia ombra, ogni volta che osservo gli specchietti lui è li come io sono in quelli di Luca, qui mi sto veramente impegnando al massimo, non voglio perdere il contatto.
Arrivati al Passo Palade, ci fermiamo per decidere il da farsi, loro, gli Austriaci sfilano velocemente e noi si riparte seguendoli ricucendo in breve lo strappo.
Da Qui a Lana è stato uno dei tratti stradali in cui mi sono divertito di più in vita mia. IL CBR e Luca si allontanano leggermente, poi il GSX-R e poi un po più staccato io, pensavo di farlo con calma ma poi la follia che c'è in ogni motociclista ch si rispetti prende il controllo di me e nonostante Hime sia la sfavorita nel parco moto di questa sgroppata altoatesina, recupero terreno fino a ricucire lo strappo con il GSX-R, sono costretto spesso alla prima per non perdere contatto in accelerazione, ma recupero tutto in curva ed in frenata, tanto che ho pensato in un paio di curve di passare il mio "rivale".
Per fortuna la mia parte "sana" constata che il livello di divertimento è già elevatissimo e che una manovra del genere potrebbe essere azzardata.
Si arriva a Lana separata da pochi secondi, mi sarebbe piaciuto scambiare due chiacchiere con i 2 stranieri, un abbraccio e dei complimenti reciproci magari innaffiati da una birra fresca.
Facciamo benzina, e poi saliamo per la Val d'Ultimo, uno dei posti più belli che abbia mai visto in vita mia, con le sue gallerie dalla forma così particolare.
Prati verdi, montagne imponenti, paesini da fiaba, potrei viverci in un posto come questo.
il percorso è veloce ,ma piacevole l'asfalto perfetto, peccato che quando comincio a prenderci gusto bisogna svoltare a sinistra per proseguire verso la val di non e poi verso la val di sole; la salita si fa ripida, i tornanti si susseguono, la pioggia cade in piccole gocce nebulizzate non disturbando affatto la nostra guida.
La strada fino a Cagnò è interessante, peccato l'asfalto rovinato dal nostro lato stradale. Succssivamente un veloce trasferimento sino a Dimaro per intraprendere la Val di Sole.
La strada per Madonna di Campiglio è poco tecnica, e molto trafficata, scopriremo a Pinzolo il motivo, il ritiro della Juventus.
Da qui a Tione è un attimo, prima che la pioggia ci costringa di nuovo a a fermarci, Birretta, gelato e attesa.
Si riparte alla volta di Storo dove riprenderò la strada fatta all' avvio di questo piacevole fine settimana.
Ci salutiamo ad Idro, Luca rientra a Ceniga, io rientro a Milano sotto una pioggia battente fino a Brescia, da li straziostrada fino a casa.
760 km in 2 giorni.
Sono stanco, felice, onorato ed orgoglioso di avere amici così.
Grazie ancora di tutto, sono in questi momenti che mi rendo conto che sono vivo e che apprezzo la vita in ogni sua minima parte.

mercoledì 15 luglio 2009

Sorprese del Nord ( Chapter two )

Ho provato il futon, direi che è un'esperienza di riposo fenomenale.
ma questo non c'entra nulla, solo che un buon riposo è da preludio ad un ottimo giro motociclistico.

Facciamo una veloce colazione e poi raggiungiamo la Teppa, lei ha poco tempo per noi oggi, in realtà pensava di non averne affatto, però poi il suo impegno si è scoperto che era nel pomeriggio, evviva.

Bene, si arriva a Trento( con un unico brividino... nella galleria che scende in picchiata su Trento c'è un simpatico ed invisibile dosso; per fortuna Luca da un colpetto ai freni così da farmi capire di rallentare)per le 10 e si parte di li a poco. Sono curioso, la Teppa ci farà da guida, su strad che non consoco.

fino all'imbocco della SP71 nulla da dire, poi la strada e dil paesaggio si fanno via via più puliti e meno trafficati.
Laghetti di montagna, paesini con gerani fioriti ai balconi, interi tratti in mezzo al bosco, il percorso è un misto veloce molto piacevole, si ha la scelta di farlo o in modo sportivo aggrdendo le curve oppure, come abbiam fatto noi in souplesse ammirando il paesaggio circostante.
Uno scorcio che mi ha colpito è stata la serie di tre gallerie inframezzate da qualche decina di metri tra una e l'altra su un tratto di strada praticamente rettilineo. il gioco di luci e di verdi intensi era ipnotico.
Sosta benzina a Molina di Fiemme, mamma mia che deja vu! la val di Fiemme e cavalese li ho visti solo con la neve, osservare tutto in altra luce fa molto strano.
La salita verso il passo di Lavazé si fa molto interessante.
le curve si susseguono come in una danza classica, morbide e sinuose tra alberi secolari e prati verdissimi.
Le tre moto sembrano quasi temere di dare un'impronta troppo moderna al luogo.
Al passo, ci rifocilliamo per bene, Canederli, salsiccia con polenta e funghie birra fresca.
Quattro ciacole in allegria e per constatare come una nuvola che oscura il sole a 1800 mt signifca un calo di temperatura repentino.

Qui aihmè la Teppa ci lascia e siamo solo noi 2 a completare l'opera in questo sabato d'estate.

Sorprese del nord ( Chapter one )

Bene, è l'inizio del secondo fine settimana di luglio, grazie a Dio non fa troppo caldo e la mia vestizione procede a ritmo serrato.

Ovviamente sono uscito in ritardo dall'ufficio rispetto al previsto ma non pensiamo a cosa spiacevoli...

Certo che essere Motorradfahrer è impegnativo, la vestizione diventa un rituale difficoltoso in estate.

Bando alle ciance, veloce in box e via per altri emozionanti km assieme ad Hime.

il primo tratto di strada è frustrante, il traffico della tangenziale di Milano mi costringe a fare in più di 40 minuti un tratto di strada per il quale ne occorrerebbero appena 10.
Poi l'incubo A4 si materializza dinnanzi a me; mi chiedo se sia possibile che un'autostrada appena riaperta con 4 corsie per senso di marcia sia già in crisi per smaltire il traffico in ingresso ed uscita da Milano.

Arrivo a Brescia e pur seguendo le indicazioni stradali riesco a perdermi nella città.
Se non fosse stato per la simpatica coppia in Streetfighter che mi ha scortato fino all'imbocco della SS337 del Caffaro sarei ancora li a girare in tondo...

Superata Nave finalmente comincio a divertirmi sulle "Coste", e posso saggiare la validità delle mie nuove gomme, la strada mi è nota e quindi posso osare qualche "numero" in più rispetto al solito. Odolo arriva in pochi minuti, ebbene si, le coste sono troppo, troppo brevi.

Il trasferimento veloce per la fondovalle da Sabbio Chiese sino a Nozza e solo il preludio per ........


la Pioggia!

Incredibile, poco prima di Lavenone in modo inaspettato dopo una curva un muro d'acqua mi investe ed ovviamente per qualche kilometro, fino ad Idro non c'è uno straccio di riparo.

Insomma anche questo rallentamento non ci voleva, già mi pregustavo la Val di Ledro ( SS240 ) invece ho saggiato solo la tenuta onesta delle Dunlop in condizioni sfavorevoli.

Riva del garda arriva in un attimo e così Ceniga dove Luca mi aspetta....
o meglio pensavo mi aspettasse

Leggo con solo un'ora e mezza di ritardo un suo messaggio che mi avvisa che lui mi aspetta a Riva.

Alla fine passiamo una piacevole serata in compagnia del Muwa e del Gordolo tra musica panini alla salamella e birra e poi si va a nanna.

L'indomani ci aspetta un bel tour

domenica 12 luglio 2009

Amici distanti


Lui è uno dei miei migliori amici,
lei l'ho conosciuta tramite lui.
hanno la fortuna di vivere in posti meravigliosi, che mi hanno portato a conoscere.
oggi ho assaporato l'aria, l'acqua, la birra, quel guardarsi e capirsi che solo raramente succede.
Grazie a tutti e due di cuore.
vi voglio bene.

giovedì 9 luglio 2009

Inconfutabilità




Oggi, mentre leggevo uno dei miei ultimi acquisti Il giorno dei morti, di Cees Nooteboom , libro interessante ma di ostica lettura in quanto necessita di tutta la concentrazione possibile, ho riflettuto sulla disparità di vedute che abbiamo:
se mettiamo di fronte ad un bel panorama due persone diverse è possibile che queste noteranno cose differenti. Qui si spiegherebbe la necessità delle indagini di mercato.
Esiste però un postulato unico che sia inattaccabile ed inconfutabile?? he sia ciè a senso unico per tutti?
Più la mia mente spaziava tra immagini interpretabili conservate nella mia memoria, e più non arrivavo ad un unico.
sarà un vantaggio dell'essere umano pensante avere delle disparità d'opinione??

martedì 7 luglio 2009

Wrong



Qualcosa si rompe, va in frantumi...
schegge, elementi di un unico grande puzzle, che solo uniti tra loro riescono a creare una grande trama.
Semplici schegge di vita che non hanno nessun significato prese singolarmente.
Eppure tentiamo di rimescolare e di riunire i piccoli pezzi della nostra vita mirando ad un un unico disegno perfetto.
Peccato che esso perfetto non lo sarà mai, sono troppe le variabili in gioco ed ormai quello che era un perfetto unico è diventato un accozzaglia di pezzi uniti con la colla.
Un restauro per quanto perfetto non sarà mai l'originale.
Ogni volta la delusione che colpisce inesorabile, che fa star male, un rimprovero tutto sommato insignificante che ferisce come una una pugnalata in mezzo alle budella, senti il sangue caldo scorrere, ti rendi conto dell' ennesima ferita, dell'ennesimo frammento che si stacca dall'unico.
I pezzi persi per strada sono sempre di più, dovrei essere assuefatto a questo dolore ed invece è sempre lo stesso sapore metallico, amaro un po come quando da piccoli ci si morde la lingua. Il dolce amaro del sangue fresco ha un sapore inconfondibile.
Ecco, io associo quel sapore alla sensazione dolorosa di aver deluso qualcuno.
In me insignificanti parole, che magari altri dimenticano dopo 2 minuti, rimangono incise a fondo e sgretolano le mie certezze, la mia fiducia verso persone che non ti parlano in modo chiaro o che lo fanno in modo fin troppo chiaro ma allo stesso tempo inaspettato.
La solitudine in uno stato d'animo del genere aiuta sempre, non ti farà stare meglio ma almeno non provocherà altra sofferenza.
avevo pensato anche di dimostrare ad una persona che era in errore, ma ci ho ripensato, sarebbe una ripicca e basta sia nel caso avessi ragione sia che avessi torto.
rimarrò silente, per un pò.... l'affezionarmi troppo è un mio limite, non vengo mai capito, ma forse sono io ad essere sbagliato.

Specchio.... inusuale




certi giorni mi soffermo ad osservare, con abile noncuranza, i visi delle persone che ho più vicino.
Gli Amici, quei rari esempi di persone al di fuori del nucleo familiare a cui in taluni casi ti affidi ad occhi chiusi.

Certe volte riesco a leggere in quel coagulo di materia organica che sono pelle, occhi ossa, muscoli e sangue sensazioni positive, certe volte negative.
Però posso solamente far uso di congetture di quello che pensano e di quello che hanno vissuto.
Ecco il problema è questo:
Quando ci si lega indissolubilmente a delle persone in età adulta non si è avuta la possibilità di condividere gran parte della loro esistenza.
A me questo manca, perchè spesso sono persone che mi sembra di conoscere da sempre, saper riconoscere pensieri, abitudini, malumori e via discorrendo.
Mi manca il sapore vero della loro vita passata, mi manca la condivisione di un'amicizia che come durata mi sta stretta perchè la considero epocale.
Eppure mi sembro il solito rara avis della situazione, mi sembra di affogare tra i flutti dell'indifferenza e della superficialità e solo questi rari Amici riescono a tenermi a galla, come delfini in soccorso dei naufraghi.
Poi però mi chiedo se loro, nonostante la loro amicizia, abbiano il desiderio di conoscermi più a fondo o se sono io ad avere la necessità di dare ed ottenere maggiori attenzioni.

Alla fine i mondi che vedo nei visi altrui sono in effetti lo specchio della loro anima?