sabato 28 novembre 2009

Montaione


Non sono molto bravo ad esternare immediatamente ciò che sento,
ho bisogno di rielaborare sensazioni, profumi, sapori...
Questo quello che in un giorno o poco più mi avete fatto vivere:

Arrivo in una sera di metà novembre inoltrato,
la poca luce mi fa solo presumere la bellezza del luogo.
Una cena, convivialità nella sua forma più pura.
Non mi sono mai sentito un cliente, era più un esser parte di qualcosa.
Qualcosa di importante, quello che abbiam passato assieme era l'idea
perfetta che ho in mente di una famiglia allargata.
le barzellette, il vino, il cibo e le stelle che in una grande città
non si vedono più.
Magia di riflessi notturni del grande carro e dei milioni di stelle
che illuminavano il cuore.
Un sonno ristoratore per riscoprire ed apprezzare la sorpresa di un luogo nuovo.
La bellezza del paesaggio intorno a me, variopinto in abito autunnale
condito dal rombo delle Husaberg in prova.
Un pranzo di una bontà che ricorderò per molto tempo nell'attesa di
tornare a trovarvi.
Le chiacchierate con voi, il riscoprire passioni comuni, imparare
aspetti della vita in campagna,
l'esuberanza di Harley( spero il suo nome sia scritto così  ) e
l'estrema dolcezza di Nuvola, due cagnoni che mi rimarranno nel cuore.
In questo sono riuscito a condensare i miei pensieri.
Se mi lasciassi andare a tutto quello che vorrei scrivere ne uscirebbe
quasi un libro.

Un grazie sentito a voi tre:
Tiberio, Matteo ed alla futura mammina.

P.S. E' stato difficile separarmi da voi, così come lo è stato per
alcuni di noi. Spero di aver lasciato un un buon ricordo di me.

P.P.S. il daino che correva davanti alla nostra auto sulla salita
sterrata al nostro partire è stata la ciliegina sulla torta di un fine
settimana indimenticabile.

Grazie

tristezza

Mi viene il dubbio che per esternare quello che sento debba provare sempre sensazioni violente.
Incomprensioni mai chiarite fra persone a cui voglio bene in egual misura mi abbattono.
è come se la mia corazza all'apparenza impenetrabile, a ciò che voglio rimanga fuori dalla mia vita, crolli come un'armatura di sabbia viene sciolta dall'acqua del mare.
Questi momenti di difficoltà all'apparenza insuperabili mi rendono più forte?
ogni volta nello sconforto riesco sempre a ricostruire la mia armatura, sempre più forte.
Riuscirò una volta per tutte a trovare un equilibrio?
oppure il dubbio che ogni volta che ricostruisco lascierò volutamente una piccola breccia per far passare le sensazioni?
se non passassero più, diventerei una persona arida senza più nulla da dire.
ora però mi debbo rimboccare le maniche.
tutto è appena crollato, sono nell'abisso più profondo e per il momento non ho voglia di uscirne....