giovedì 7 ottobre 2010

Klausenpasshöhe



Un semplice cartello stradale... 


il verde dice Offen/ouvert/aperto/open... la pioggia incessante ci accompagna dal Andermatt.
la prima edizione dell' S.T.M. non ha ricevuto la clemenza del meteo che speravo ma sono in forma e carico come non mai,  inoltre la mia gommatura dovrebbe soffrire queste condizioni ed invece le Qualifier RR si rivelano ottime gomme da bagnato intenso.

La compagnia non mi manca, eppure in questo momento mi sento solo come non mai, solo assieme alla mia principessa giapponese. Le difficili condizioni non fanno che acuire i sensi e la sintonia con la mia moto così da permettermi di avere la sensibilità necessaria alla guida sul bagnato.

La Alpi Glaronesi sono invisibili sotto una coltre di nubi dal grigiore intenso, e tutto ciò che mi rimane alle spalle è passato da non prendere più in considerazione. La concentrazione è totale e ciò mi permette di guidare in modo insolitamente efficace.  Sono la lepre, faccio strada ma assolvo il compito in modo mediocre non preoccupandomi minimamente degli amici che mi seguono. In questo sono stato veramente pessimo ed egoista ma la “frenesia” da curve mi ha travolto come difficilmente mi è capitato in questi anni con Hime.

La strada è sempre più bagnata, la visibilità sempre minore, con il crescere dell’altitudine devo aggrapparmi ai meandri della mia memoria per seguire un percorso tanto amato.
Il nastro d’asfalto si riduce in larghezza le curve si fanno più strette, il bosco lascia il passo alla roccia viva, i guard rail lasciano spazio a semplici balaustre anoressiche e so che oltre questa esile protezione vi è un abisso di roccia erba ed acqua.

La strada si infila in una nube che vomita pioggia intensa per ogni metro percorso,  l’asfalto non riesce a gestire tutta quest’acqua e sinuosi ed infidi torrentelli serpeggiano in tutte le direzioni rendendo arduo alla fisica il compito di tenermi in piedi.

Una sporgenza rocciosa fa da trampolino per un’improvvisata cascata d’acqua che grazie a dio termina la sua caduta appena oltre la sede stradale. Il fatto che tutto sia ovattato da contorni confusi e poco netti rende il panorama ancora più surreale.

Destra, sinistra, dai gas, stacca gli ultimi km sino al Passo ed al rifugio passano in solitudine ed all’arrivo un’occhiataccia di un amico mi fa sospettare che forse ho esagerato un tantinello.
Il parcheggio del rifugio è praticamente invisibile e per far in modo che gli altri non vadano “lunghi” parcheggio Hime al sicuro e faccio il controllore di volo della situazione.
Alla fine arrivano tutti e possiamo rifugiarci al caldo e ristorarci con qualcosa di caldo.

La discesa beneficia del diradamento delle nubi, così da essere più rapida e meno ostica.
I primi tornanti lasciano spazio ad uno degli altipiani più estesi della Svizzera, verde intenso di una tonalità che gli svizzeri dovrebbero brevettare, non ho mai visto nulla di simile altrove.

Il tortuoso percorso in mezzo al bosco di qualche anno fa fatto al crepuscolo assume un’accezione diversa sotto la pioggia, e vedere sfilarmi lo Stè davanti mi consente di rilassarmi quel tanto che basta per godermi appieno il paesaggio e non pensare troppo alla guida.
Linthal appare dopo l’ultimo dei tornanti in porfido, attendiamo gli altri….

martedì 5 ottobre 2010

2478 m. ü. M.

In effetti così è ridotto a mera cifra, quel Meter über Meer ( metri sul livello del mare il nostro s.l.m ) che definisce la sua altezza, il suo maestoso essere imponente.

Il protagonista di queste righe è il Nufenenpass( Passo della Novena  in italiano ).
Luogo così magico che non è facile da descrivere, specialmente per un motociclista nel DNA.
quindi ho deciso che la sua magniloquenza dovesse essere espressa in modo semplice ed immediato, almeno nel titolo.





Prima domenica di ottobre, tempo molto incerto ma qualcosa mi dice che devo andare in box da Hime, farle la consueta carezza sul serbatoio e partire assieme.


Il trasferimento per arrivare ad Airolo è solo noia autostradale sotto un cielo plumbeo.
Giove pluvio ha deciso, nonostante le nuvole basse, di non aprire le cateratte del cielo.
Almeno fino all'uscita dall'autostrada....


Non ci credo, come imbocco la val Bedretto una fitta pioggerella nebulizzata comincia a cadere e più proseguo verso i 2478 mt del passo più la strada è bagnata.


Nonostante ciò le Dunlop Roadsmart fanno egregiamente il lavoro per il quale sono state progettate ed i 100/110 km/h danzano con ritmo blando sul tachimetro.


Tutto intorno a me è lucido e brillante, il verde dei prati, il nero nastro d'asfalto, il rosso dei tetti dei paesini di Bedretto e All'acqua. Il Ticino qui è appena un torrente, eppure sotto le piogge di questi giorni e le prime nevicate ha fretta di arrivare a valle..


La strada s'inerpica sempre più, le curve si fanno più strette, il bosco di larici cede il passo alla vegetazione bassa.
Più la quota aumenta e più le nuvole basse rendono i contorni di ciò che mi circonda meno netti, fino a diventare del tutto indistinguibili se non a pochi metri davanti a me.


Che peccato, speravo in un miglioramento del meteo al mio spostarmi verso nord ed invece... 
Mentre i miei pensieri divagano sul meteo ecco che la magia si compie:
la medesima sensazione di quando un aereo decollato con il maltempo trapassa le nuvole per ritrovarsi in pieno sole, così Hime sembra letteralmente sfondare la fitta coltre di nubi per presentarmi un nastro d'asfalto totalmente asciutto.


Certo che il sole ancora non c'è ma piccoli sprazzi d'azzurro si intravedono verso nord.
Mi fermo al primo tornante vista valle... 
quello che i miei occhi vedono è difficilmente descrivibile, sembra che la strada venga inghiottita da una massa color latte famelica e vorticosa.


Condizioni meteo simili mi mancavano qui sul Nufenen, le avevo provate praticamente tutte ma questa mi lascia di stucco..
Il mio ritmo aumenta come il ruggito di Hime, la melodia della sua aspirazione diventa rabbiosa e cupa mentre osservo i piccoli trapezi digitali della strumentazione schizzare verso ed oltre i 10.000 rpm.

In men che non si dica siamo in cima, il cartello è già un ricordo ed i miei unici compagni di viaggio sono 2 moto ferme al rifugio ed il postale Svizzero diretto ad Andermatt, anche lui in sosta.


Quindi la mia discesa si fa incalzante, ad ogni curva oso sempre di più per poi ritornare su miti consigli quando strisce di neve sciolta attraversano la carreggiata nel punto di massima piega.


Il cielo è sempre più sgombro, l'azzurro diventa predominante ed il sole finalmente scalda le mie membra infreddolite.


Ulrichen appare ai miei occhi in fondo alla valle baciata dal sole ed in pochi minuti di danza tra una curva e l'altra sono nella valle del distretto di Goms nel Vallese.


Qui posso proseguire..... 


Verso altre meraviglie svizzere.