Quindi sveglia alle 4 e partenza alle
5:30 di un mattino di fine estate per raggiungere il Glaubenbielen ed
il Glaubenberg.
Sono due passi che si trovano a ridosso
dei cantoni di Nidwalden, Obwalden e Luzern nella Svizzera centrale.
Non sono esattamente prossimi al
confine per cui anche le strade da percorrere per raggiungerli vanno
scelte con cura. Risultato: 10 cantoni ed 11 passi alpini da
percorrere.
È settembre inoltrato e nonostante il
caldo delle ore diurne, in moto alle 5 di mattina fa piuttosto
freddo, raggiungo Chiavenna poco prima delle 7 ed immaginare il
sapore della seconda colazione non fa che accrescere la soddisfazione
delle mie papille gustative quando, una volta entrato nella
pasticceria Mastai assaporo la brioche calda ed inebrio le narici con
il profumo del buon caffè.
Risalgo in moto ed il sole comincia a
far capolino tra le cime dei monti.
L'unico essere vivente in circolazione
sembro essere io e gli unici rumori percepiti sono l'aspirazione roca
di Hime ed il ruggito sommesso del suo motore. La luce del mattino ha
un non so che di delicato, come se l'immensa mano di madre natura
svelasse con cura e leggerezza una sorta di scura coperta di dosso ai
monti. I chiaroscuri prima sfumati si fanno sempre più taglienti e
le rocce assumono mille sfaccettature affilate come lame. Il cielo
azzurro senza nemmeno una nuvola fa il resto. Il Maloja snocciola
curve una dopo l'altra, la strada priva di ostacoli, solo sul muro
finale prima dell'altopiano m'impone uno stop a causa dei lavori in
corso per consolidare un terrapieno all'interno di un tornante.
Tiefencastel viene raggiunta attraverso
Silvaplana prima e lo Julier poi; è il solito misto di stupore per
la bellezza dei luoghi ed il piacere di guida per il quale non
finisco mai di ringraziare gli ingegneri civili svizzeri.
Lenzerheide è un intermezzo piacevole
per giungere a Chur e poi a Bad Ragaz, il campo da golf del paese
assieme agli alberghi a 5 stelle rendono tutto permeato di un'aura di
ricca esclusività.
Raggiungere Glarus è sempre
un'emozione forte, quel tornante, quel 24 luglio 2010, la pioggia,
l'olio, Hime in terra ferita. Fare quel tornante è sempre una sfida,
ed ogni volta che ci passo scatta la carezza al serbatoio della mia
fidata amica di scorribande.
Linthal è l'ultimo avamposto prima
dell'inizio del Klausen, altro luogo che mi fa sentir bene per la
natura selvaggia e per l'ostica e tecnica strada da percorrere. Le
mucche al pascolo sono ancora tante, si vede che è ancora presto per
l' “Alpabzug”, la transumanza che le riporterà al sicuro in
valle per l'autunno prima e l'inverno poi.
É forse la prima volta che percorro
“al contrario” il Klausen e devo dire che fatto da est verso
ovest ha un fascino tutto particolare si ha la sensazione che le alpi
glaronesi ti investano letteralmente con la loro possanza, e la
picchiata verso Altdorf ti si rivela tale per la pendenza del
percorso che non si è mai rivelata così evidente in salita.
Qui parte il mio giro da esploratore
incallito, percorro strade mai percorse per scoprire posti nuovi.
Con mio disappunto scopro che poco
prima del Vierwaldstattersee l'autostrada si immette sulla statale
per scarsità di spazio di una delle sponde, visto che le montagne
circostanti precipitano letteralmente nel lago. Traffico intenso
eppure anche così la statale si rivela molto tortuosa e piacevole,
ricca di tunnel con aperture panoramiche sul lago, quasi a sembrare
delle fotografie panoramiche messe all'interno di grezze cornici in
movimento.
Gersau ormai è alle mie spalle e
percorro un alberato e rigoglioso lungolago prima di arrivare
all'imbarcadero per la sponda sud.
Ho circa 20 minuti prima che arrivi il
traghetto e resto ipnotizzato dal colore di questo lago.
Sorpresa inaspettata, come anche il
lago di Walensee la prima volta che lo vidi, sono laghi
presumibilmente morenici e la forza di arcaici ghiacciai non più
presenti hanno letteralmente divorato le rocce delle montagne
circostanti. Questo porta ad avere una viabilità incompleta, nel
senso che entrambi questi laghi non hanno delle strade su alcune
sponde, la montagna sembra voler verticalizzare il suo ingresso in
acqua e questo rende molto più affascinante e selvaggio il tutto.
È bello poter pensare che nel cuore
della vecchia Europa possano esistere piccoli scrigni di intoccato
dall'uomo.
La traversata dura circa 20 minuti e
faccio la conoscenza con una coppia di anziani mototuristi zurighesi
che mi illustrano le montagne circostanti, dominate dallo svettante
Pilatus. Beckenried si presenta come una tappa abbarbicata sul lato
basso della montagna ed è per me un passaggio verso Sarnen. Questa
bella cittadina si trova sulla riva nord dell'omonimo lago in una
ampia e verdeggiante valle. Tipicamente svizzera, dal suo centro
storico con l'impianto viario tipicamente medioevale, case a
graticcio, tetti spioventi, piazzette con le immancabili fontane.
Tutto potrebbe essere di un'altra epoca se non ci fossero negozi con
strumenti tecnologici ed auto parcheggiate qui e la.
In realtà la mia fugace visita a
questa cittadina è stata una svista, ad una rotonda ho semplicemente
sbagliato svolta non vedendo il cartello per il passo del
Glaubenberg.
Ecco, la Glaubenbergstraße
comincia a far capire di che pasta sarà fatta dalle prime curve,
ripide, ampie, asfalto perfetto, in poche centinaia di metri sei
sopra Sarnen, il lago sulla tua sinistra prima vicino, dominatore
incontrastato degli spazi che feriscono gli occhi per la disarmante
bellezza del panorama, poi sempre più distante mentre la Straße
continua a salire in modo più dolce ma inesorabile. Il Sarnensee si
defila sempre di più dalla mia vista ed i pochi paesini montani
protagonisti di questa terrazza naturale lasciano i miei pensieri e
mi concentro di più sulla guida.
Questo
posto mi ricorda sempre di più la Nockalmstraße,
un percorso naturalisticamente stupefacente, boschi, pascoli, cime e
rocce a perdita d'occhio ma è un luogo che come la più famosa
strada alpina austriaca ti abbraccia e ti coccola più che essere una
sfida ostica ed ostile come ad esempio il Klausen, altro piccolo
particolare a ricordarmela sono le numerosissime weideroste, le grate
per l'attraversamento stradale del bestiame, segnalate però meglio e
posizionate mai in modo pericoloso.
A
Poca distanza dal passo, la strada prende a scendere in modo
disomogeneo, prima in picchiata poi in modo dolcissimo poi di nuovo
in salita, insomma un profilo altimetrico decisamente poco stabile,
il tracciato si fa molto tortuoso per qualche chilometro ma
nonostante tutto sempre molto piacevole. Tornando verso nord si
rientra nel cantone di Luzern lasciandosi alle spalle l'Obwalden,
siamo in piena Svizzera centrale e l'effetto Heidi è garantito,
mucche, pascoli, boschi, pace e tranquillità; una versione
paradisiaca della vita montana anche perchè il Glaubenberg non è
tra i più conosciuti passi alpini vista la vicinanza di mostri sacri
come Grimsel, Susten, Furka e Nufenen.
Arrivato
ad Entlebuch svolto a sinistra in direzione sud, la
valle è ampia e verdeggiante, siamo su un altopiano a circa 800 mt
s.l.m. ma la strada ritorna ad essere trafficata fin a Schüpfheim
dove mi attende la svolta verso la Panoramastraße
del Glaubenbielen.
Onestamente
all'inizio sono rimasto un po deluso, ne avevo sentito le lodi ed
invece i primi10 km sono abbastanza insignificanti, solo le due
creste montane sulla mia sinistra hanno un aspetto degno di nota, per
quanto riguarda la guida invece una delusione, strada praticamente
rettilinea con pochissime curve, realmente non capisco il perchè sia
una Panoramastraße...
la
mia delusione muta in dubbio, prima moderato poi intenso, arrivato a
Sörenberg
dove incontro i primi impianti di risalita, la strada migliora
sensibilmente come il panorama fin quando si rientra in Obwalden,
diventa stretta sembra giocare a nascondino con boschi e prati, un
continuo gioco di luci ed ombre che ad ogni passaggio regala
panoramiche viste sulle vallate circostanti. Ok, il dubbio ha
lasciato la mia mente per trovare la conferma che questo luogo va
visto per quello che regala agli occhi ed alla memoria, la guida
soffre un po ma realmente non importa. Le soste regalano viste
realmente uniche appena dopo il passo.
Da
li tutta la vallata dal Sarnen in giù si dischiude come un magico
fiore in tutta la sua inimitabile bellezza.
Un
punto d'osservazione privilegiato, che fa da premessa all'ultimo
tortuosissimo tratto sino a Giswil in mezzo ad un bosco
stratosferico.
Da
qui il Brunigpass è a pochi chilometri di una strada ampia piacevole
e tortuosa il giusto.
Non
mi sono ancora fermato e sono ormai le 12:30, comincio ad avere fame
ed arrivato in cima al passo mangio un croissant alle mandorle ed uno
squisito succo di mela frizzante, mooolto svizzero...
Meirigen
mi aspetta, e nella mia testa si sussegue una domanda:
“Grimsel
o Susten?!?” .
Ho
ancora pochi minuti per decidere cosa fare, ma questa domanda mi
uccide.. Due tra i più bei percorsi elvetici che stanno facendo un
incontro di box all'ultimo round nella mia povera testolina...
Innertkirchen,
un bivio, una decisione, e Grimsel sia!
Buffo,
i posti che ami sono sempre così identicamente diversi, una nuvola,
un riflesso, un orario inusuale, tutto concorre a rendere speciale un
luogo e la salita al Grimsel stavolta una ciliegina sulla torta in
più: l'Oberaar, il suo rifugio ed il suo ghiacciaio.
Superata
Guttannen, il lato aspro e apparentemente ostile del livello glaciale
delle Alpi si fa sempre più vivo, i boschi lasciano il passo alla
roccia viva, il verde si permea nelle sfumature della roccia come
flebili lampi di colore.
Con
il Räterichsbodensee ed il
Grimselsee alle spalle giungo in cima al pianoro del Totensee.
Li
un piccolo cartello bianco, un semaforo ed una strada così stretta
che sembra una mulattiera mi indicano un nome: Oberaarsee.
La
stradina è a senso unico alternato, alla fine è una strada di
servizio che la KWO ha approntato per giungere alla diga
dell'Oberaargletscher, che assieme agli altri invasi creano energia
elettrica.
La
Maestosità dei monti è il preludio di quel panorama che porta a
vedere in lontananza l'Aletsch e lo Jungfrau, entrambi patrimoni
dell'UNESCO. C'è una pace insondabile in questo luogo, non appena la
strada comincia a scendere verso il Berghaus Oberaar spengo il motore
di Hime ed assaporo il fruscio del vento, i profumi dell'alta
montagna ed ammiro panorami mai visti prima, anche il Gelmersee prima
non visibile. Rientrato sulla strada principale mi dirigo verso
Ulrichen e poi verso Airolo tramite il Novena. Qui il meteo cela
capricciosamente le cime più alte e le sfumature sempre più plumbee
mi consigliano di aumentare il ritmo non dando a questo luogo
l'attenzione che meriterebbe.
In
compenso la Tremola percorsa in un tardo pomeriggio nuvoloso mi da
una soddisfazione immensa, quasi non fosse di insidioso porfido,
semplicemente unica.
A
questo punto solo l'Oberalp ed il Lucomagno mi separano dal
completare questo mio personalissimo tour.
Tour
che si conclude con della fastidiosissima pioggia poco prima di
Bellinzona che mi accompagna sin quasi a casa.
Alla
fine 916,3 km fatti in giornata assieme alla mia fida cavalcatura,
una giornata splendida che la pur poca ma intensa pioggia non è
riuscita ad inficiare.