sabato 29 gennaio 2011

Fiume in piena

Chi come me ama girare in moto sa che la pioggia in genere è una scomoda quanto pericolosa compagna di ventura.
In quasi 84.000 km percorsi con la mia Hime di pioggia ne ho presa a secchiate e se il più delle volte è stata una seccatura, ricordo in modo chiaro alcuni momenti nei quali se non avesse piovuto quelle giornate avrebbero avuto tutto un altro sapore..

Partenza da Bologna per quella che sarà la conclusione di un weekend di Aprile assolutamente meraviglioso in compagnia di Maurino prima, di Linuccio dopo, per concludere nuovamente con Maurino.

Le colline Bolognesi, la SS65 poi fino a Monghidoro, una deviazione verso la Val d'Idice, per proseguire verso Fiorenzuola e la strada della Cornacchiaia, per arrivare a Montecarelli.

Il tempo promette bene, eppure più proseguiamo verso i monti e più delle nuvole lattiginose si addensano compatte ed i primi tuoni annunciano quella che sarà l'inizio di una gitarella bagnata..

Ci fermiamo in un bar di paese, sotto una tettoia in attesa che la pioggia segni il passo, il calore accumulato dall'asfalto comincia quella reazione chimica che porta all'emissione del suo caratteristico odore, un caffè, 2 chiacchiere, valutiamo il da farsi.
La pioggia si fa insistente, l'antipioggia si rende necessario e durante la vestizione osservo il luogo, tipico paesotto del appennino, il bar di paese come fulcro di un andirivieni di gente:
chi compra delle sigarette, avventori occasionali come noi, gli stanziali pensionati che giocano a carte... Visioni di un passato non troppo remoto.

Fino a Fiorenzuola abbiamo l'illusione che la nostra fastidiosa compagna di viaggio si sia stufata di noi, nulla di più sbagliato.
Appena imboccata la strada che porta alla Cornacchiaia il cielo si fa basso e livido, la luce cambia, tutto diventa minaccioso.
Difficilmente nella mia vita da motociclista ho preso così tanta acqua in un tratto di strada così breve, eppure è stata una delle esperienze che ricordo come tra le più piacevoli, quasi come se due guerrieri e le loro cavalcature fronteggiassero un nemico troppo forte per le loro forze congiunte.
Le curve si fanno difficili, ci sarà un centimetro d'acqua mista a foglie e detriti che rende tutto scivoloso, eppure continuiamo.
Sarà che mi è piaciuto immaginare che ci fosse un forte profumo a guidarci verso Montecarelli e la Paola( buffo, un nome che ricorre nelle mie soste gastronomiche ), seguo Maurino vedendo solo la sua sagoma nera, ormai la mia visiera non riesce più ad eliminare la quantità d'acqua che ci cade letteralmente addosso.
Giungiamo nuovamente sulla SS65 all'altezza del passo della Futa, da li l'ultimo infinito calvario verso Montecarelli.
La strada sembra un torrente in piena e nel fare i tornanti in discesa dovevamo fare attenzione a dove mettevamo le gomme, fiumi di fango liquido che attraversavano la carreggiata hanno trasformato il nero delle nostre tute antiacqua in un indefinibile marroncino sporco.
Montecarelli, sistemiamo le moto nel piccolo parcheggio di fronte l'osteria, ci facciamo strada tra i muri d'acqua creati delle grondaie e dall'acqua che da esse fuoriesce perchè troppa, un'energia incredibile che la pur sapiente mano umana in questi casi non riesce a controllare.
Varcato l'ingresso, una commistione di profumi mi investe e dopo l'ormai inconfondibile "Méééérdaa che lavata!" di Maurino, ci sediamo ad un tavolino abbandonando tutto ciò che avevamo di bagnato su una sedia li vicino.

Mangiamo antipasti toscani, delle ottime tagliatelle, dei meravigliosi involtini conditi con un bicchiere di vino.
il tutto per un prezzo che a Milano non basterebbe nemmeno per l'altipasto..

Il Bello di questo è la rusticità del luogo, la semplicità dei piatti, il loro gusto saporito dato da un misto tra Toscana ed Emilia che vince senza rivali, la generosità delle porzioni, la genuinità dei proprietari toscani, mugellesi doc.

All'interno non ci avvediamo che il tempo cambia di nuovo, un sole tiepido ed un cielo azzurro accompagneranno il nostro rientro a Bologna.

Sono queste giornate che riescono ad annullare l'effetto negativo che la settimana lavorativa produce, un antidepressivo su gomma condito dall'amicizia vera di persone che purtroppo abitano lontane da me.

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