lunedì 28 dicembre 2009

Standing

da non credere...
7 mesi appena compiuti, e già si tira su in piedi o_O
gattona a velocità della luce... lo metti nel punto "A", il tempo di girarti e ... lo trovi nel punto "B" chiedendoti come diavolo abbia fatto.
Come riesca a farsi a capire nonostante non parli ancora..
ed un sorriso disarmante...
certe volte mi sento di burro...
:)

It's time to ....

ero rimasto qui... New York 1.0 un arrivo in un nuovo continente, l'ennesimo aeroporto, l'ennesimo brulicare di persone.
non mi sono dimenticato di te NY City, ho solo una pessima  considerazione di me stesso nel tentare di descriverti.
pochi flash ho in mente, pochi piccoli lampi sottoforma di immagini che si rincorrono in quella molliccia materia organica che contiene i miei pensieri.
l'insieme però prende forma, il momento è vicino.

sabato 26 dicembre 2009

Onde...


Apparente è il silenzio nella notte,
piccoli segnali ti ricordano che anche nel buio la vita brulica.
il battito solo nella sua unicità, ma molteplice nel suo ripetersi.
innumerevoli bivi che portano immancabilmente alla fine del labirinto.
Non voler sentire come istinto primordiale a proteggersi o forse semplice rifiuto degli altri.
un libro mai letto è sempre una pagina bianca, nonostante l'inchiostro usato per scriverlo...

Onde nell'anima...

mercoledì 16 dicembre 2009

Curiosi confronti

"Dalla curiosità, quella di sapere come un amico interpreterà una foto, come la descriverà, cosa ci vedrà, da qui l'idea di chiedere ad una persona amica che ci conosce entrambi di scegliere una foto per noi e comunicarcela nella stessa data.
una settimana per interpretarla, capirla e descriverla per poi pubblicarla sui nostri blog in modo "invertito":
Su "http://pensieridinotti.blogspot.com" ciò che ha scritto l'autore di  "http://www.doctorunicum.blogspot.com" e viceversa.

Questo il risultato della lettura di questa foto:





"Nel faticoso passo,
di chi trascina la propria anima,
il mio dolore gridai,
anche se muto e impotente,
si dimenò come stelo
percosso da bufera,
lasciandomi li,
testimone della mia innocenza frantumata.
Chiusi gli occhi,
permettendo al vento di portare con se,
come ali di cigno,
le lacrime di chi non vuole piangere…
…cosciente che la vita sarebbe stato un risveglio."


Grazie Marco :)
e menzione speciale per Ire che ci ha permesso di esprimerci

domenica 6 dicembre 2009

Falling




Leggere una riflessione...
Rivederci pareole e sensazioni discusse al telefono...
Una persona lontana fisicamente, ma vicina nel cuore e nei pensieri...
Venire a sapere di un fatto che associato alla nostra comune passione non vorresti mai sentire...
L'angoscia nell'attesa di sentire la sua voce...
La sensazione di benessere nel sentirla tranquilla nonostante l'accaduto...
La necessità di riproverare per averti fatto stare in ansia viene sostituita da quella sottile e strana sensazione di benessere nel riconoscere atteggiamenti che avresti avuto anche tu in quei momenti...
Cadere fa parte della nostra personale ed umanissima storia. tutte le volte che si cade è come se intorno a noi ci si parassero ostacoli in quel momento troppo difficili da superare. La caduta come un segnale a rallentare, come un momento per riflettere, come il riscoprire persone, sensazioni e situazioni dimenticate o sbadite nella nostra memoria.
La caduta come causa forzata di riflessione, come palestra per ricominciare, più forti e saggi di prima.

Ti voglio bene.

sabato 28 novembre 2009

Montaione


Non sono molto bravo ad esternare immediatamente ciò che sento,
ho bisogno di rielaborare sensazioni, profumi, sapori...
Questo quello che in un giorno o poco più mi avete fatto vivere:

Arrivo in una sera di metà novembre inoltrato,
la poca luce mi fa solo presumere la bellezza del luogo.
Una cena, convivialità nella sua forma più pura.
Non mi sono mai sentito un cliente, era più un esser parte di qualcosa.
Qualcosa di importante, quello che abbiam passato assieme era l'idea
perfetta che ho in mente di una famiglia allargata.
le barzellette, il vino, il cibo e le stelle che in una grande città
non si vedono più.
Magia di riflessi notturni del grande carro e dei milioni di stelle
che illuminavano il cuore.
Un sonno ristoratore per riscoprire ed apprezzare la sorpresa di un luogo nuovo.
La bellezza del paesaggio intorno a me, variopinto in abito autunnale
condito dal rombo delle Husaberg in prova.
Un pranzo di una bontà che ricorderò per molto tempo nell'attesa di
tornare a trovarvi.
Le chiacchierate con voi, il riscoprire passioni comuni, imparare
aspetti della vita in campagna,
l'esuberanza di Harley( spero il suo nome sia scritto così  ) e
l'estrema dolcezza di Nuvola, due cagnoni che mi rimarranno nel cuore.
In questo sono riuscito a condensare i miei pensieri.
Se mi lasciassi andare a tutto quello che vorrei scrivere ne uscirebbe
quasi un libro.

Un grazie sentito a voi tre:
Tiberio, Matteo ed alla futura mammina.

P.S. E' stato difficile separarmi da voi, così come lo è stato per
alcuni di noi. Spero di aver lasciato un un buon ricordo di me.

P.P.S. il daino che correva davanti alla nostra auto sulla salita
sterrata al nostro partire è stata la ciliegina sulla torta di un fine
settimana indimenticabile.

Grazie

tristezza

Mi viene il dubbio che per esternare quello che sento debba provare sempre sensazioni violente.
Incomprensioni mai chiarite fra persone a cui voglio bene in egual misura mi abbattono.
è come se la mia corazza all'apparenza impenetrabile, a ciò che voglio rimanga fuori dalla mia vita, crolli come un'armatura di sabbia viene sciolta dall'acqua del mare.
Questi momenti di difficoltà all'apparenza insuperabili mi rendono più forte?
ogni volta nello sconforto riesco sempre a ricostruire la mia armatura, sempre più forte.
Riuscirò una volta per tutte a trovare un equilibrio?
oppure il dubbio che ogni volta che ricostruisco lascierò volutamente una piccola breccia per far passare le sensazioni?
se non passassero più, diventerei una persona arida senza più nulla da dire.
ora però mi debbo rimboccare le maniche.
tutto è appena crollato, sono nell'abisso più profondo e per il momento non ho voglia di uscirne....

sabato 17 ottobre 2009

Un sabato qualunque

La fine di una settimana di lavoro da incubo.
il non capire qperchè un software che hai prodotto squadra di 0,19 €.
lo svegliarsi la notte su probabili o improbabili soluzioni al problema.
Arrivare al venerdì sera stanco da non riuscire nemmeno a leggere un libro.
Andare a letto prima delle 21.00, non mi capitava da mesi, e trovare il sonno ristoratore immediatamente.




Sonno lungo, profondo, intenso per ritrovare le energie succhiate via da un lavoro noioso e ripetitivo.
Stamane alle 9.15 mi alzo con la luce del sole, riposato come non mi capitava da anni..
Ritrovarsi al silenzio della propria casa, leggendo un libro, un caffè caldo in una grande tazza bianco latte.
Tutti gli elementi tecnologici di casa spenti, nessuna possibilità per l'esterno di profanare questo momento personale di intensa e piacevole solitudine. Il tempo di riflettere, apprezzare la leggera velatura del cielo...

Di un sabato mattina di ottobre.

mercoledì 14 ottobre 2009

Fastidio

Le persone difficilmente cambiano.

Questo è il punto centrale di questa mia riflessione.
Odio le persone che mi usano creando ad arte fuffa, architettata( inconsapevolmente o meno ) abilmente a proprio uso e consumo.
Rendermi conto della mia stupidità, del fatto che mi fido delle persone per poi scroprire di essere usato e basta.

Ecco questo mi fa incazzare di una persona in particolare...
Il suo supponente e plateale egoismo in frasi ad effetto abilmente buttate qui e la.

Con me parlava perchè aveva intuito che non miravo in nessun modo ad un'intesa amatoria, lei con me era al sicuro da questo tipo di insidia, poteva parlarmi di tutto e di tutto potevamo discorrere in tranquillità.

Talvolta le espressi le mie perplessità su certi suoi atteggiamenti, e lei me li confermò.

Mi disse che non aveva le palle per mollare il suo uomo ma che ci aveva pensato.
insomma alla fine cosa mi rimane di questa persona:
emozioni provate ma non approfondite??

Il fatto che si rifiutasse in continuazione di incontrarsi con me?
Di cosa aveva paura? Poi di me, andiamooo, come si fa ad aver paura di me??

Una delusione su tutti i fronti ed io sono il solito coglione che spera che le persone siano diverse da quello che vogliono farci credere..

Non ho la presunzione di influenzare in nessun modo nessuno con il mio severo giudizio per questa persona piccola piccola...

Cancello, elimino, smantello....
Tutto questo per ricostruire un po come quando fai la deframmentazione di un disco rigido.
Riordini il tutto eliminando i virus.

A differenza di alcuni io non sono disposto a perdonare e a sorvolare su un atteggiamento del genere.

So essere molto cattivo e vendicativo quando mi feriscono nei sentimenti.

Quindi se mi leggerai e capirai che sei tu:
VAFFANCULO! non sono mica un interruttore che accendi e spegni quando vuoi!

P.s. la nebbia l'ho sempre odiata.

mercoledì 7 ottobre 2009

Amphiprion Bicinctus

Conferme, sono quelle che senti dentro le budella.
Domande perenni, alle quali lentamente cerco di dare risposte.
Letture, sempre intense, ermetiche, dalle mille sfaccettature.
Sensibilità, immensa, profonda, diffusa.

Personalità intima, che incuriosisce ma non svela.
Il Bivio come una costante, sarà giusta la prima o la seconda scelta?
Essere impauriti davanti ad una domanda presuppone acume, non dare per scontato una risposta e ponderarla a lungo lo stesso.
Il non essere scontato nella preferenza di una stagione dell'anno..

Sei da scoprire, il mio cruccio è non poterlo fare di persona....

almeno per il momento.

giovedì 1 ottobre 2009

Waiting for the moment to come




Sono stupito come una sensazione passata possa creare un' aspettativa futura.
Come le sinapsi nel nostro cervello lavorino associando cose apparentemente non associabili.
In questi giorni sembra che l'estate stia lentamente lasciando il passo all'autunno,
con temperature sempre più basse alla sera ed al mattino presto.
L'aria ha un profumo differente, più pungente, meno intenso ma più persistente.
l'olfatto riesce quasi a trasformare in sapore le percezioni, a trasferire all'epidermide quella pelle d'oca dovuta apparentemente a quel soffio di freddo che non si sentiva da mesi.
Sei sconcertato, è realmente il freddo che ti fa venire la pelle d'oca o è il ricordo della sensazione a provocartelo.
Nei prossimi giorni sarò sulle Alpi svizzere per il mio ultimo giro stagionale da quelle parti e non vedo l'ora che sia sabato mattina per partire e per sentire l'alito della montagna investirmi con tutta la sua freschezza.
La luce autunnale farà il resto, comincia lentamente a cambiare angolazione, se sarò fortunato una brezza da nord renderà tutto ancora più nitido e limpido.
i primi sbuffi di fumo lattiginoso che trasudano dai comignoli delle baite e dei rifugi, rivelano la vita della casa stessa, in quella baita qualcuno starà preparando qualcosa di buono o starà semplicemente scaldando quelle antiche travi di legno.
Ricordi di qualcosa di già vissuto, che vuole rivivere ancora che richiama sensazioni piacevoli, che a volte vuoi solo per te e molto spesso vuoi condividere con altri..

a volte si vorrebbe ingannare il tempo avvicinando il momento piacevole, però poi si realizza che senza lo scorrere di esso non si proverebbe la stessa fantastica sensazione di piacere legato al momento stesso


Semplicemente mancherebbe del tutto...

L'ATTESA

Chilling





cielo limpido in un mattino autunnale,
l'aria frizzante ma piacevole.
Complice un giubbino sbagliato le sensazioni sono più intense.
Il tessuto traforato del giubbino fa il suo dovere,
la mia pelle non del tutto d'accordo reagisce con un'improvvisa pelle d'oca.
Eppure a star fermi al semaforo si sta bene,
complice un tiepido cerchio dorato che irradia calore da lassù.

questa prima sensazione autunnale mi fa ricordare tanti altri brividi provati nel passato.
Il sapore delle caldarroste, dopo una passeggiata tutto imbacuccato in cappelli, sciarpe e giubboni.
Quello della cioccolata calda con la panna montata dopo una giornata passata sulla neve di Alagna.
Un mix di sensazioni effimere e persistenti al tempo stesso.
Delicate e decise, autunnali ed invernali..

Al momento partiamo con l'autunno, l'inverno arriverà :o

Magie della stagionalità

venerdì 18 settembre 2009

chissà

Mi chiedevo qualche giorno fa se ho un ricordo più bello.
Non riesco a trovarlo, ne ho tanti ma sono belli per motivi differenti.
Il nostro primo cane, quando ho ritirato la mia prima moto, tutte le volte che torno sulle mie amate alpi, quel tramonto in riva al Balaton, potrei andare avanti ancora.

E' un limite, cioè non riesco a provare emozioni molto forti tali da segnarmi nel profondo?
oppure è un pregio perchè ne provo tante e molto intense!?

rimango nel dubbio...

mercoledì 12 agosto 2009

Hazàm

Quest'anno non sarei dovuto andarci, eppure quella che è la mia patria natia sembra operare sottili sotterfugi per chiamarmi a se.

Sotto forma di una banale newsletter, trovo un volo a poco più di 70 € tutto compreso.
Saranno giorni brevi, intensi e ricchi di emozioni come sempre. Forse si andrà anche al Balaton. Temo questa cosa, temo di trovare il luogo dove sono cresciuto in numerose estati invecchiato dal tempo e dall'incuria. Temo che mi supplichi in qualche modo di aiutarlo a non perdersi nella nostra memoria.
La piccola casa sulla collina necessitava di un restauro già qualche anno fa, adesso non so in che condizioni la troverò senza quel continuo affetto e manutenzione dei miei nonni.
Nonna è anziana, non riesce più a dedicargli quell'energia che non ha più.
Noi siamo lontani più di 1300 km, in quento ai miei zii, vabbè meglio non commentare.
Leggendo Fantasmi di Pietra di Mauro Corona avverto, nonostante la sua storia sia diversa dovuta ad una catastrofe naturale provocata dall'uomo, sensazioni simili ogni volta che torno a Balatonvilagos.
Ogni volta una siepe, un recinto, un albero, un prato riportano alla memoria passate esperienze che suscitano emozioni forti..
Come reagirò stavolta!?

La mia Patria

Raspberry

una sera estiva, il caldo reso piacevole da una leggera brezza.
mi siedo sul divano con una ciotolina contenente dei frutti rossi profumati.
il fiume dei ricordi fluisce prima come un rigagnolo, poi esonda rendendo tutto quello che mi circonda insignificante, sono immerso nel passato.
anche allora era una sera estiva, uno splendido tramonto a disegnare lame di fuoco sullla superficie del Balaton, nuvole nel cielo di tutte le sfumature del rosso e del giallo.
Una voce dolce mi richiama a tavola.
mi siedo, mia nonna mi porge la mia parte di fruttini raccolti nel pomeriggio e resi freddi dall'aiuto del frigidaire.
un sapore unico mentre osservo il prato del giardino, li c'è Deasy stesa sull'erba fresca che ci osserva pigramente.
tutto questo solo mangiando dei lamponi. Ogni volta ne scaturisce un ricordo diverso, sempre vivo, sempre piacevole.

Lamponi

giovedì 30 luglio 2009

immobilità apparente

Rimango solo per un momento, gli amici sono avanti non sospettano nulla.
la mia mano scivola su una superficie liscia, incedibilmente liscia e fredda che al contatto della mia mano tramuta la sua forma..
Da solido a liquido, il contatto inerme ed innocente della mia mano non sembra scalfire tutta questa apparente immobilità.
Sento di essere nel tuo ventre, ed immagino questo percorso non creato dall'uomo ma come un miracolo naturale.
La luce filtra attraverso la superficie traslucida, creado ogni sfumatura di azzuro e blu. l'odore che percepisco lo definirei di fresco, è qualcosa di pungente ed il lento ed incessante picchiettare di piccole goccie sulla pensilina sul quale cammino mi convince che quella sia la tua timida voce che si ribella alla violenza della nostra visita.
Piccole bollicine d'aria di chissà quale epoca sono intrappolate nella tua massa, sarebbe un privilegio assaporare per primo l'odore che ne potrebbe scaturire..




RhoneGletscher ( Furkapass, Oberland Bernese )

martedì 28 luglio 2009

8 passi e mezzo

Domenica 26, cielo incerto, temperatura tutto sommato accettabile.
Ore 6.23, ho appena finito di fare colazione, il rito della vestizione comincia, metodico come sempre.
Ore 6.50 ingresso in tangenziale e noioso traferimento sino all'area di servizio Brughiera ovest ove recupero i miei compagni di viaggio.
Da qui trasferimento sino a Varese ove alle 8.23 recuperiamo gli ultimi partecipanti alla nostra giornata in moto.

Fin qui il trascurabile, da qui in avanti il bello dello stare tra amici e del gusto della guida in posti meravigliosi.
La ss da Varese a Bellinzona ha pochi spunti interessanti se non il fatto che il paesaggio varia sempre in meglio proporzionalmente all'altezza dei monti circostanti.
A pochi km da Bellinzona la discesa che dal Valico di Monte ceneri (554 slm) porta in picchiata giù in città è piacevole, un misto veloce dalle pendenze a tratti elevate con tre o quattro tornanti da percorrere in appoggio con panorama sulla valle.
Ebbene si è lui il "mezzo" del titolo, troppo poco alto per consideralo un passo ma interessante dal punto di vista orografico e tutto sommato piacevole da percorrere.

Da Bellinzona a Biasca ci separano circa 20 km di strada cantonale dritta come un fuso ma data l'ora mattutina poco trafficata e di veloce percorrenza, da qui in poi ci attende la salita al Lucomagno, la valle è ampia e tende a restringersi sempre più sino all'altopiano dove è ubicata olivone, poi il percorso segue un tortuoso arrampicarsi sul fianco della montagna fino a raggiungere il passo sito ai 1976 mt slm, il paesaggio varia dal bosco di conifere sino al brullo pascolo di alta montagna.


Sosta di rigore al Hospezi s.Maria in cima al passo, per un ottimo caffè in tazza grande ( so di essere una rarità ma a me piace anche questo oltre l'espresso ) ed un croissant alle noci (che bontà); ripartenza alla volta di Disentis/Muster per un veloce misto che sembra essere inghiottito dal bosco, per poi risalire in un percorso tortuoso cerso l'altopiano ove è sita questa bellina cittadina grigionese.

Passo numero uno depennato dal taccuino di viaggio!

Dopo una sosta benzina( la Zetina ringrazia per la 98 ottani al prezzo più basso della verde qui da noi .... ), ci accingiamo ad attaccare la salita verso l'Oberalppass, vero e proprio residuato storico della metà dell'800.
In effetti i tratti più vecchi sono poco più che una carrozzabile asfaltata, però il paesaggio è idilliaco, a tratti sembra che il grosso nastro d'asfalto prenda vita sotto le Dunlop di Hime.
Peccato che il traffico domenicale, a differenza dell'Italia qui in Svizzera sembra che la gente prediliga le strade con un'anima e non l'impersonale e veloce autostrada. Dicevo del traffico, spesso interrompe il piacere della guida fluida, capita sovente di trovare un lentissimo camper, e se ti capita nel tratto di tornanti in salita sei costretto ad attendere tratti di strada più propizi ad un sorpasso.
Tuttavia i 2046 mt slm dell'Oberalp arrivano con tanto di foto ricordo,



e dire che nello stesso giorno di un anno fa qui il diluvio imperversava, oggi una giornata perfetta, caldo quanto basta e asfalto "gripposo" a sufficienza.





La discesa verso Andermatt è breve e veloce, forse anche troppo e le poche curve sono veloci da piegoni con le pedane che scintillano a contatto con l'asfalto.
Unica segnalazione e nota di demerito per il tornante in galleria non segnalato, piuttosto pericoloso.
Alla fine appare Andermatt dall'alto come se un grosso palco ci permettesse di ammirare la platea di uno spettacolo al contrario.

Passo numero due depennato dal taccuino di viaggio!

Da Andermatt a Wassen, un toboga di tornanti anche parzialmenti coperti ci permette di superare il notevole dislivello tra la piana di Andermatt e la cittadina di Wassen.
Qui il traffico è un vero e proprio incubo, sarebbe da tornarci in settimana.
Un cartello blu ci indica che la svolta a sinistra ci porteà sul terzo passo del taccuino di viaggio, il Sustenpass ( 2224 mt slm ).









la vallata morenica viene rimane a valle del nastro d'asfalto che a salire da questo lato del passo rimane un veloce percorso dalla ottima visibilità sino ai 2 tornanti con cui si arriva al passo. Qui dal cantone di uri si entra nel Oberland bernese e la SustenStrasse sino a Gadmen è qualcosa di godurioso a livelli poco descrivibili, trovi qualsiasi cosa che dia gusto nella guida con il solo punto di attenzione delle gallerie nelle quali l'asfalto è sovente umido o bagnato.
Sino ad Innertkirchen il paesaggio è sempre più verde di pascoli e boschi, lo stereotipo della svizzera alla Heidi è qui.

Passo numero tre depennato dal taccuino di viaggio!

Già pregustavo l'ottimo latte fresco della Sozial Molkerei di Guttanen, assaggiato lo scorso anno, ed invece essendo domenica è chiuso. In compenso anche qui il nastro d'asfalto che conduce ai 2165 mt slm del Grimselpass e fantastico, sino ad Handegg dove si trova la Gelmerbahn (funicolare dalla maggiore pendenza al mondo (106%) che porta sino al Gelmersee) consente di godersi il paesaggio montano in piacevole scioltezza, poi diventa più impegnativo ma stimola la parte di me che porterebbe all'arresto.







La nostra sosta pappa



la effettuiamo al Grimsel Hospitz, uno spuntone di roccia in mezzo ad un invaso idroelettrico, talmente bello da rendere la commistione opera umana-opera della natura di uno splendore unico.
La sosta dura un oretta circa, per rifocillarci e fare quattro chiacchiere e rendersi conto di aver l'impressione di essere sul tetto del mondo.





Dall'Hospitz al passo il ... passo è breve, 5 tornanti e si supera il valico con i due rifugi agli estremi del Totensee. Altri sei tornanti con una decina di allunghi molto gustosi e si raggiunge Gletsch.




Passo numero quattro depennato dal taccuino di viaggio!

Il Rhonegletscher ci aspetta con la sua grotta azzurra scavata nella sua pancia viva.
la salita verso il Belvedere ed il rifugio del ghiacciaio scorre a velocità warp, non sono riuscito a trattenere la mia parte oscura, se è capitato al tizio davanti a me con il suo gsx-r anche io devo aver lasciato dei graziosi virgoloni neri sull'asfalto chiaro. Sante Dunlop.
Aspetto i miei amici ed assieme sperimentiamo la visita alla grotta azzurra, impressionante venire a conoscenza che nel 1947 il ghiacciaio lambiva il rifugio mentre oggi siamo costretti a fare un 5 minuti buoni di scarpinata.
Garantisco che con tanto di tuta in pelle e stivali a 2000 mt abbondanti la fatica ci mette poco ad arrivare.






Superiamo i 2.431 mt slm del Furkapass di slancio e proseguiamo alla volta di Andermatt, ed a parte gli ultimi 5/6 km da Realp a Hospental la strada offre panorami mozzafiato.

Passo numero cinque depennato dal taccuino di viaggio!

Il San Gottardo ci aspetta, bello il pezzo iniziale veloce e scorrevole ma il punto clou di tutto questo itineario rimane quello che ci aspetta dopo un cartello bianco con la scritta Gotthardpass, il vecchio san Gottardo, ancora non asfaltato ma lastricato di tanti mattoncini di porfido, un po come i San pietrini a Roma ma grandi all'incirca la metà dei cugini romani.






il primo tratto sino al valico percorre un tratto rettilineo in un ampia valle, dal valico sito ai 2108 mt slm ci caliamo in un budello di curve in una gola che sembra quasi un orrido per quanto è stretta in alcuni punti.
Qui la guida sportiva va a farsi benedire a favore dello stupore nel vedere che una strada originaria del XIII secolo sia ancora qui, nonostante i "restauri" deli ingegneri svizzeri.
purtroppo lo stupore termina ad Airolo, siamo tornati in Ticino e tra poco ritorneremo nel Vallese..

Passo numero sei depennato dal taccuino di viaggio!

Airolo, Bedretto, All'Acqua.. la velocita segnata dal tachimetro è da arresto, ma è tutto troppo sgombro da traffico ed elementi di disturbo per non inisistere con pieghe e curve ad alta velocità.
Da All'Acqua in poi la val Bedretto impenna verso l'alto dei 2480 mt slm del NufenenPass tra tornanti e curve da raccordare, pena perdere il ritmo.
In cima al passo si ha una vista mozzafiato sul massiccio dello Jungfrau a nordovest, e su ghiacciai e valli moreniche.







Dal passo ad Ulrichen la via emoziona grazie alla luce tesa del tardo pomeriggio, i contrasti si fanno più forti ed i contorni sembrano essere pennellati con un pennello più spesso.
Prima paura del tour nell'ultimo tornante prima dell'abitato di Ulrichen, esco un po largo nonostante la velocità tutto sommato ridotta ed apro il gas in prossimità della riga bianca di mezzeria, penso che nemmeno il ghiaccio potesse essere così scivoloso.

Passo numero sette depennato dal taccuino di viaggio!

Briga è relativamente vicina e la fondovalle è veloce nel portarci a destinazione ma l'imprevisto è li in attesa, Mimmo e Manu scivolano poco prima di Bitsch, per fortuna senza conseguenze gravi se non qualche lieve ammaccatura fisica e morale e qualche grffio alla Zetina.
l'inconveniente ci separa, ed io e Rob saliamo al passo assieme, Max Mimmo e Manu ci precedono, certo che le indicazioni per il passo sono un po confusionarie, ci mettiamo un po a trovare la strada giusta.
Il Simplonpass, 2005 mt slm, è stata la delusione del tour paesaggio splendido ma dal punto di vista della guida non mi ha regalato nulla, forse perchè preoccupato per le condizioni di Mimmo e Manu, non avevo più voglia di fare foto. Sino a Domodossola la strada corre veloce ma senza emozioni, nonostante la profonda gola che attraversiamo.
Penso che gli darò comunque una seconda possibilità in futuro.

Passo numero otto depennato dal taccuino di viaggio!

Da qui la Straziostrada fino a Milano ed i 700 km abbondanti concludono la mia giornata in compagnia di persone stupende e di paesaggi, profumi, suoni che non dimenticherò facilmente.

8 passi e mezzo

venerdì 17 luglio 2009

Sorprese del nord ( Chapter three )

Il mio radler sta per finire, eppure l'emissione delle piccole bollicine dorate sembra interminabile.
I canederli, la salsiccia, la polenta ed i funghi sono ormai un ricordo nei piatti d'innanzi a noi ed il parlare scorre fluente.
Teppa ci lascia, deve rientrare a Trento non prima di averci indicato la strada da seguire.
In questo, nonostante sia del luogo, anche Luca è "vergine".
Si riparte in picchiata verso Bolzano, i 1800 del passo di Lavazé sono un ricordo ancora fresco quando compare il primo inaspettato imprevisto, il rifacimento del manto stradale, viscido e per lo più in discesa. Mi chiedo che diamine di base abbiamo usato per la pre-asfaltatura. Non ho mai visto una terra così rossa, se non nel Lazio rurale attorno a Roma.
La strada è bella, il ritmo più sincopato, io con Hime debbo tenere un passo molto più spedito del solito per non perdere la scia di Luca, i 70 cv in più della Jona2 si sentono tutti nei sorpassi e nelle aperture di gas sottocoppia.
Si arriva dal fresco di Lavazé al caldo di Bolzano.
Una rotonda ci da le indicazioni per l'altopiano del Renon.
Non è una strada molto conosciuta, in effetti il traffico e poco e la pendenza iniziale è piuttosto accentuata, la SP73 sembra una cosa ma ti supisce subito dopo.
La salita sembra un veloce insieme di semicurve da raccordare e dopo una curva c'è una serie di tornanti mozzafiato, di nuovo un misto veloce e ancora tornanti, gustosamente distanziati. arrivati ad Collalbo si imbocca la SP135 a dire il vero molto stretta e molto ripida.
L'idea del tipico paesaggio montano altoatesino è stereotipata, ma forse per questo vera e genuina.
A tratti il pungente olezzo dello sterco di vacca a concimare i prima campi già mietuti, i piccoli masi di famiglia affacciati su vallate lontane. Il ritmo è talmente blando che permette di godere tutto questo.
Peccato che un gruppo di tedeschi in libera uscita guidino con le loro moto superpersonalizzate in modo approssimativo, limitandoci il piacere di guida. la SP135 finisce nella SS508 della val Sarentino.
molto veloce, è da ricordare per le numerose gallerie scavate nella montagna, nelle quali occorre fare molta attenzione, in caso di un passaggio di una corriera lo spazio è molto ristretto.
Seguiamo le indicazioni per il passo della Mendola, lo Ste me ne ha parlato tanto ed il mio livello di aspettativa è alto.
Potrei definirlo un concerto brandeburghese di Bach, ma al posto delle note ci sono le curve.
Ritmico eppur vario, appena pensi di aver preso una traiettoria che possa esser buona per tutto il suo percorso, ti rendi conto che la devi riadattare, dal tornante lento al curvone veloce, tutto pare la partitura perfetta di un compositore di altissimo livello.
Fino a Ruffrè siamo solo io e Luca ad essere gli inconsapevoli interprei di simile musica, poi due Motorrader austriaci si accodano a noi. CBR 1000 RR bianco e nero ed un Suzuki GSX-R 750 di qualche anno fa.
Il Tizio in CBR ci sa fare, è come la mia ombra, ogni volta che osservo gli specchietti lui è li come io sono in quelli di Luca, qui mi sto veramente impegnando al massimo, non voglio perdere il contatto.
Arrivati al Passo Palade, ci fermiamo per decidere il da farsi, loro, gli Austriaci sfilano velocemente e noi si riparte seguendoli ricucendo in breve lo strappo.
Da Qui a Lana è stato uno dei tratti stradali in cui mi sono divertito di più in vita mia. IL CBR e Luca si allontanano leggermente, poi il GSX-R e poi un po più staccato io, pensavo di farlo con calma ma poi la follia che c'è in ogni motociclista ch si rispetti prende il controllo di me e nonostante Hime sia la sfavorita nel parco moto di questa sgroppata altoatesina, recupero terreno fino a ricucire lo strappo con il GSX-R, sono costretto spesso alla prima per non perdere contatto in accelerazione, ma recupero tutto in curva ed in frenata, tanto che ho pensato in un paio di curve di passare il mio "rivale".
Per fortuna la mia parte "sana" constata che il livello di divertimento è già elevatissimo e che una manovra del genere potrebbe essere azzardata.
Si arriva a Lana separata da pochi secondi, mi sarebbe piaciuto scambiare due chiacchiere con i 2 stranieri, un abbraccio e dei complimenti reciproci magari innaffiati da una birra fresca.
Facciamo benzina, e poi saliamo per la Val d'Ultimo, uno dei posti più belli che abbia mai visto in vita mia, con le sue gallerie dalla forma così particolare.
Prati verdi, montagne imponenti, paesini da fiaba, potrei viverci in un posto come questo.
il percorso è veloce ,ma piacevole l'asfalto perfetto, peccato che quando comincio a prenderci gusto bisogna svoltare a sinistra per proseguire verso la val di non e poi verso la val di sole; la salita si fa ripida, i tornanti si susseguono, la pioggia cade in piccole gocce nebulizzate non disturbando affatto la nostra guida.
La strada fino a Cagnò è interessante, peccato l'asfalto rovinato dal nostro lato stradale. Succssivamente un veloce trasferimento sino a Dimaro per intraprendere la Val di Sole.
La strada per Madonna di Campiglio è poco tecnica, e molto trafficata, scopriremo a Pinzolo il motivo, il ritiro della Juventus.
Da qui a Tione è un attimo, prima che la pioggia ci costringa di nuovo a a fermarci, Birretta, gelato e attesa.
Si riparte alla volta di Storo dove riprenderò la strada fatta all' avvio di questo piacevole fine settimana.
Ci salutiamo ad Idro, Luca rientra a Ceniga, io rientro a Milano sotto una pioggia battente fino a Brescia, da li straziostrada fino a casa.
760 km in 2 giorni.
Sono stanco, felice, onorato ed orgoglioso di avere amici così.
Grazie ancora di tutto, sono in questi momenti che mi rendo conto che sono vivo e che apprezzo la vita in ogni sua minima parte.

mercoledì 15 luglio 2009

Sorprese del Nord ( Chapter two )

Ho provato il futon, direi che è un'esperienza di riposo fenomenale.
ma questo non c'entra nulla, solo che un buon riposo è da preludio ad un ottimo giro motociclistico.

Facciamo una veloce colazione e poi raggiungiamo la Teppa, lei ha poco tempo per noi oggi, in realtà pensava di non averne affatto, però poi il suo impegno si è scoperto che era nel pomeriggio, evviva.

Bene, si arriva a Trento( con un unico brividino... nella galleria che scende in picchiata su Trento c'è un simpatico ed invisibile dosso; per fortuna Luca da un colpetto ai freni così da farmi capire di rallentare)per le 10 e si parte di li a poco. Sono curioso, la Teppa ci farà da guida, su strad che non consoco.

fino all'imbocco della SP71 nulla da dire, poi la strada e dil paesaggio si fanno via via più puliti e meno trafficati.
Laghetti di montagna, paesini con gerani fioriti ai balconi, interi tratti in mezzo al bosco, il percorso è un misto veloce molto piacevole, si ha la scelta di farlo o in modo sportivo aggrdendo le curve oppure, come abbiam fatto noi in souplesse ammirando il paesaggio circostante.
Uno scorcio che mi ha colpito è stata la serie di tre gallerie inframezzate da qualche decina di metri tra una e l'altra su un tratto di strada praticamente rettilineo. il gioco di luci e di verdi intensi era ipnotico.
Sosta benzina a Molina di Fiemme, mamma mia che deja vu! la val di Fiemme e cavalese li ho visti solo con la neve, osservare tutto in altra luce fa molto strano.
La salita verso il passo di Lavazé si fa molto interessante.
le curve si susseguono come in una danza classica, morbide e sinuose tra alberi secolari e prati verdissimi.
Le tre moto sembrano quasi temere di dare un'impronta troppo moderna al luogo.
Al passo, ci rifocilliamo per bene, Canederli, salsiccia con polenta e funghie birra fresca.
Quattro ciacole in allegria e per constatare come una nuvola che oscura il sole a 1800 mt signifca un calo di temperatura repentino.

Qui aihmè la Teppa ci lascia e siamo solo noi 2 a completare l'opera in questo sabato d'estate.

Sorprese del nord ( Chapter one )

Bene, è l'inizio del secondo fine settimana di luglio, grazie a Dio non fa troppo caldo e la mia vestizione procede a ritmo serrato.

Ovviamente sono uscito in ritardo dall'ufficio rispetto al previsto ma non pensiamo a cosa spiacevoli...

Certo che essere Motorradfahrer è impegnativo, la vestizione diventa un rituale difficoltoso in estate.

Bando alle ciance, veloce in box e via per altri emozionanti km assieme ad Hime.

il primo tratto di strada è frustrante, il traffico della tangenziale di Milano mi costringe a fare in più di 40 minuti un tratto di strada per il quale ne occorrerebbero appena 10.
Poi l'incubo A4 si materializza dinnanzi a me; mi chiedo se sia possibile che un'autostrada appena riaperta con 4 corsie per senso di marcia sia già in crisi per smaltire il traffico in ingresso ed uscita da Milano.

Arrivo a Brescia e pur seguendo le indicazioni stradali riesco a perdermi nella città.
Se non fosse stato per la simpatica coppia in Streetfighter che mi ha scortato fino all'imbocco della SS337 del Caffaro sarei ancora li a girare in tondo...

Superata Nave finalmente comincio a divertirmi sulle "Coste", e posso saggiare la validità delle mie nuove gomme, la strada mi è nota e quindi posso osare qualche "numero" in più rispetto al solito. Odolo arriva in pochi minuti, ebbene si, le coste sono troppo, troppo brevi.

Il trasferimento veloce per la fondovalle da Sabbio Chiese sino a Nozza e solo il preludio per ........


la Pioggia!

Incredibile, poco prima di Lavenone in modo inaspettato dopo una curva un muro d'acqua mi investe ed ovviamente per qualche kilometro, fino ad Idro non c'è uno straccio di riparo.

Insomma anche questo rallentamento non ci voleva, già mi pregustavo la Val di Ledro ( SS240 ) invece ho saggiato solo la tenuta onesta delle Dunlop in condizioni sfavorevoli.

Riva del garda arriva in un attimo e così Ceniga dove Luca mi aspetta....
o meglio pensavo mi aspettasse

Leggo con solo un'ora e mezza di ritardo un suo messaggio che mi avvisa che lui mi aspetta a Riva.

Alla fine passiamo una piacevole serata in compagnia del Muwa e del Gordolo tra musica panini alla salamella e birra e poi si va a nanna.

L'indomani ci aspetta un bel tour

domenica 12 luglio 2009

Amici distanti


Lui è uno dei miei migliori amici,
lei l'ho conosciuta tramite lui.
hanno la fortuna di vivere in posti meravigliosi, che mi hanno portato a conoscere.
oggi ho assaporato l'aria, l'acqua, la birra, quel guardarsi e capirsi che solo raramente succede.
Grazie a tutti e due di cuore.
vi voglio bene.

giovedì 9 luglio 2009

Inconfutabilità




Oggi, mentre leggevo uno dei miei ultimi acquisti Il giorno dei morti, di Cees Nooteboom , libro interessante ma di ostica lettura in quanto necessita di tutta la concentrazione possibile, ho riflettuto sulla disparità di vedute che abbiamo:
se mettiamo di fronte ad un bel panorama due persone diverse è possibile che queste noteranno cose differenti. Qui si spiegherebbe la necessità delle indagini di mercato.
Esiste però un postulato unico che sia inattaccabile ed inconfutabile?? he sia ciè a senso unico per tutti?
Più la mia mente spaziava tra immagini interpretabili conservate nella mia memoria, e più non arrivavo ad un unico.
sarà un vantaggio dell'essere umano pensante avere delle disparità d'opinione??

martedì 7 luglio 2009

Wrong



Qualcosa si rompe, va in frantumi...
schegge, elementi di un unico grande puzzle, che solo uniti tra loro riescono a creare una grande trama.
Semplici schegge di vita che non hanno nessun significato prese singolarmente.
Eppure tentiamo di rimescolare e di riunire i piccoli pezzi della nostra vita mirando ad un un unico disegno perfetto.
Peccato che esso perfetto non lo sarà mai, sono troppe le variabili in gioco ed ormai quello che era un perfetto unico è diventato un accozzaglia di pezzi uniti con la colla.
Un restauro per quanto perfetto non sarà mai l'originale.
Ogni volta la delusione che colpisce inesorabile, che fa star male, un rimprovero tutto sommato insignificante che ferisce come una una pugnalata in mezzo alle budella, senti il sangue caldo scorrere, ti rendi conto dell' ennesima ferita, dell'ennesimo frammento che si stacca dall'unico.
I pezzi persi per strada sono sempre di più, dovrei essere assuefatto a questo dolore ed invece è sempre lo stesso sapore metallico, amaro un po come quando da piccoli ci si morde la lingua. Il dolce amaro del sangue fresco ha un sapore inconfondibile.
Ecco, io associo quel sapore alla sensazione dolorosa di aver deluso qualcuno.
In me insignificanti parole, che magari altri dimenticano dopo 2 minuti, rimangono incise a fondo e sgretolano le mie certezze, la mia fiducia verso persone che non ti parlano in modo chiaro o che lo fanno in modo fin troppo chiaro ma allo stesso tempo inaspettato.
La solitudine in uno stato d'animo del genere aiuta sempre, non ti farà stare meglio ma almeno non provocherà altra sofferenza.
avevo pensato anche di dimostrare ad una persona che era in errore, ma ci ho ripensato, sarebbe una ripicca e basta sia nel caso avessi ragione sia che avessi torto.
rimarrò silente, per un pò.... l'affezionarmi troppo è un mio limite, non vengo mai capito, ma forse sono io ad essere sbagliato.

Specchio.... inusuale




certi giorni mi soffermo ad osservare, con abile noncuranza, i visi delle persone che ho più vicino.
Gli Amici, quei rari esempi di persone al di fuori del nucleo familiare a cui in taluni casi ti affidi ad occhi chiusi.

Certe volte riesco a leggere in quel coagulo di materia organica che sono pelle, occhi ossa, muscoli e sangue sensazioni positive, certe volte negative.
Però posso solamente far uso di congetture di quello che pensano e di quello che hanno vissuto.
Ecco il problema è questo:
Quando ci si lega indissolubilmente a delle persone in età adulta non si è avuta la possibilità di condividere gran parte della loro esistenza.
A me questo manca, perchè spesso sono persone che mi sembra di conoscere da sempre, saper riconoscere pensieri, abitudini, malumori e via discorrendo.
Mi manca il sapore vero della loro vita passata, mi manca la condivisione di un'amicizia che come durata mi sta stretta perchè la considero epocale.
Eppure mi sembro il solito rara avis della situazione, mi sembra di affogare tra i flutti dell'indifferenza e della superficialità e solo questi rari Amici riescono a tenermi a galla, come delfini in soccorso dei naufraghi.
Poi però mi chiedo se loro, nonostante la loro amicizia, abbiano il desiderio di conoscermi più a fondo o se sono io ad avere la necessità di dare ed ottenere maggiori attenzioni.

Alla fine i mondi che vedo nei visi altrui sono in effetti lo specchio della loro anima?

giovedì 25 giugno 2009

New York 1.0.1

Considerazione dell'ultima ora.
Ho riflettuto un po su come comunicare la mia esperienza Newyorkese....
Ebbene non sarà il solito resoconto strettamente temporale, sono arrivato alla conclusione che sarebbe un insulto per la città in questione.
Quindi parlerò delle varie località che ho visitato e delle sensazioni che mi hanno dato senza soluzione di continuità.
;)

mercoledì 24 giugno 2009

Depeche Mode




Pochi gruppi mi provocano un rimestamento emotivo come i DM.
essere al loro concerto allo stadio olimpico di Roma è stato magia pura.
l'attesa snervante sotto la calura pre-estiva rimane solo un ricordo e una volta che il concerto fluisce con l'energia sprigionata da Dave, Martin e Andy cancella tutto.
Fino a questo momento ero io con il mio amico Alessandro e suo nipote adesso sono io e i DM è un rapporto univoco che purtroppo loro non sapranno mai, ma che per me è esclusivo ma allo stesso tempo corroborante, stancante, esaltante, deprimente ma indispensabile.
Loro sono parte della mia vita di momenti belli e brutti.
La colonna sonora di momenti indimenticabili come indimenticabile sarà per sempre questo concerto, il primo perchè in tanti anni non sono mai riuscito a trovare i biglietti.
Stavolta ci sono, sono li a cantare a squarciagola tutte le canzoni che conosco, ammetto che qualche canzone dell'ultimo album per me sono state una sorpresa perchè non ancora sentite.

Uno dei momenti più belli è stato sentire più di 50.000 persone cantare "Enjoy the silence".

io cantavo e piangevo allo stesso tempo, rimestamento di budella troppo intenso per non farlo.

Alla conclusione del concerto il ritrovo con Ale, lo scambio di impressioni, il rientro a casa.

Ne traggo energia ancora adesso che è passata una settimana.

New York 1.0

Ebbene si,
La grande mela ha subito la mia visita ed io in modo fin troppo intenso il suo indiscutibile fascino.
Questo sarà il primo di alcuni capitoli che racconteranno la mia esperienza.

Il tutto comincia con il mio primo volo intercontinentale AZ604 di Alitalia, la chicca è che viaggio in Businness class.
è tutto una prima volta, sono euforico perchè non so cosa mi aspetta come reagirò alle tante ore di volo.
La gentilezza del personale di volo ha qualcosa di agghiacciante, certe volte vorresti scappare da tanta insulsa cordialità gratuita. Così non è credibile, è forzata quasi un abbligo da parte loro.
La comodità del volo è veramente piacevole, la poltrona in cui si viaggia diventa in pratica un letto e si hanno a disposizione una trousse con articoli da toilette e dei calzini da viaggio per potersi togliere le scarpe.
Il pranzo a bordo è buono e servito con stoviglie vere, non la solita plastica.

Detto del viaggio posso passare all'arrivo all'aeroporto di JFK:
invisibile direi.... il maltempo mi ha impedito di apprezzare la vista panoramica dall'alto, mannaggia! l'attesa per arrivare all'area di parcheggio è veramente infinita.

Il portello del Boing 777 si apre ed io, come sempre quando sono all'estero, annuso l'aria per capire di più del paese dove mi trovo.
Qui la sensazione spiacevole che ho avuto a Praga non si ripete, anzi posso dire che NY ha un odore neutro dalle parti di JFK, un qualcosa che tende al dolce ma nello stesso tempo fresco anche se la freschezza poteve esser dovuta alla pioggia ed ai 16 gradi dell'atmosfera.

Adesso non ci resta che recuperare le valige e dirigerci verso casa di Thomas.

domenica 21 giugno 2009

Come posso fare??

Ad evitare la stanchezza del passaggio all'Estate??
questa stagione mi ammazza, complice gli allenamenti pesanti in palestra, i girelli in moto i jet lag newyorkesi e la carenza cronica di sonno..

voglio scrivere tanto e leggere di più...
eppure non faccio che accennare, o forse meglio abbozzare poche frasi e poi smetto.

sono sterili e non comunicano nulla... mannaggia

lunedì 15 giugno 2009

Omino ermetico(2)

sei sfuggente, sei intrigante, sei interessante.
ma ti odio lo stesso:
vorrei riuscire a carpire l'essenza dei tuoi pensieri che è sempre un piacere leggere.
:)

New York

Sette giorni,
ore, minuti, secondi di esperienze per me totalmente nuove..
da rielaborare, ripensare e raccontare.
ma non stasera.

giovedì 28 maggio 2009

Da molto lontano....

essere letti dal Brasile...
entro sul Blog perchè avevo intenzione di trascrivere su carta qualche riflessione e noto un nuovo lettore fisso.
Peccato non sapere il portoghese, mi piacerebbe poter ricambiare.

martedì 26 maggio 2009

Flüelapass

Strada cantonale 28, cantone del Grigioni, Svizzera.
Il luogo che per questa mia giornata sarà il punto d'arrivo più atteso.

Torniamo un po indietro nel tempo.
Domenica 17 maggio 2009.
Sveglia alle 6 di mattina, voglio partire per le 7 in modo da godere della mattinata alpina.
Il cielo non promette nulla di buono, grigio uniforme con quella tendenza alla pioggia che scoraggerebbe chiunque.
Sono testardo, accendo il pc e controllo tutte le webcam che la rete mi mette a disposizione per capire le condizioni del meteo nei luoghi che voglio visitare.
il mio umore migliora alla vista delle immagini che ricevo.
colazione, doccia, vestizione e via.
Fino a Lecco la strada è insignificante, poi il lungolago fino a Colico comincia a rendere la giornata interessante.
poi altri 15 minuti di noia fino a Chiavenna, sosta colazione bis e la sensazione di esaltazione cresce.
La sezione italiana del nastro d'asfalto che mi porta in Svizzera è già gustosa, ma dopo la dogana....
la salita al passo del Maloja è qualcosa che ti rende ubriaco di curve...
46 curve veloci e il gran finale,


26 curve in successione, la moto non è mai dritta, sempre in piega sensa soluzione di continuità.
il paesaggio che si spalanca ai miei occhi poi e magico come sempre, uguale a se stesso come sempre diverso e speciale.



Il successivo percorso verso Silvaplana è sempre a rischio distrazione, si percorre un tratto misto veloce sempre sulla riva sinistra del lago omonimo.
Reprimo il mio istinto di fermarmi per fare ulteriori foto, non ne uscirei vivo.

Alla Rotonda di Silvaplana il cartello che aspettavo, "Julierpass geöffnet"
la prima fase della salita ai 2284 mt è molto ripida per poi addolcirsi come profilo altimetrico ma rendendosi più interessante come percorso, anche se a dire il vero la parte milgiore del passo è la discesa verso Tiefencastel, dove dal brullo aspetto glaciale dell'alta montagna si passa al rigoglioso verde della piana di Savognin.
verde punteggiato da un numero infinito di fiori gialli.



infine l'Albulastrasse fino a Surava, da li la Hauptstrasse bellissima e assolutamente poco trafficata fino a Wiesen,dove in uscita dal paese in discesa ci sono delle serie di curve da sballo che immettono in un lungo tunnel gelato, ho ancora i brividi a pensarci, che sbuca a Landwasser.
Da qui in poi sino a Davos platz la strada è fin troppo veloce e termina in una delle località sciistiche più note della Svizzera.
Superato l'abitato il bivio tanto agognato:
"Flüelapass geöffnet", aperto anche lui.
in mezzo alla valle, conifere a destra e sinistra un torrente di montagna con acqua che sembra mutare colore ad ogni centimetro disceso.
La Montagna regna incontrastata, ci permette a noi utenti della strada di percorrerla nonstante ci sia ancora tanta neve.



salire con un metro di neve abbondante al lato della strada è magico, incommensurabile, unico.

Peccato il Flüela hospiz sia ancora chiuso, il Rösti me lo sarei meritato..




Magie di mezza stagione.