venerdì 17 luglio 2009

Sorprese del nord ( Chapter three )

Il mio radler sta per finire, eppure l'emissione delle piccole bollicine dorate sembra interminabile.
I canederli, la salsiccia, la polenta ed i funghi sono ormai un ricordo nei piatti d'innanzi a noi ed il parlare scorre fluente.
Teppa ci lascia, deve rientrare a Trento non prima di averci indicato la strada da seguire.
In questo, nonostante sia del luogo, anche Luca è "vergine".
Si riparte in picchiata verso Bolzano, i 1800 del passo di Lavazé sono un ricordo ancora fresco quando compare il primo inaspettato imprevisto, il rifacimento del manto stradale, viscido e per lo più in discesa. Mi chiedo che diamine di base abbiamo usato per la pre-asfaltatura. Non ho mai visto una terra così rossa, se non nel Lazio rurale attorno a Roma.
La strada è bella, il ritmo più sincopato, io con Hime debbo tenere un passo molto più spedito del solito per non perdere la scia di Luca, i 70 cv in più della Jona2 si sentono tutti nei sorpassi e nelle aperture di gas sottocoppia.
Si arriva dal fresco di Lavazé al caldo di Bolzano.
Una rotonda ci da le indicazioni per l'altopiano del Renon.
Non è una strada molto conosciuta, in effetti il traffico e poco e la pendenza iniziale è piuttosto accentuata, la SP73 sembra una cosa ma ti supisce subito dopo.
La salita sembra un veloce insieme di semicurve da raccordare e dopo una curva c'è una serie di tornanti mozzafiato, di nuovo un misto veloce e ancora tornanti, gustosamente distanziati. arrivati ad Collalbo si imbocca la SP135 a dire il vero molto stretta e molto ripida.
L'idea del tipico paesaggio montano altoatesino è stereotipata, ma forse per questo vera e genuina.
A tratti il pungente olezzo dello sterco di vacca a concimare i prima campi già mietuti, i piccoli masi di famiglia affacciati su vallate lontane. Il ritmo è talmente blando che permette di godere tutto questo.
Peccato che un gruppo di tedeschi in libera uscita guidino con le loro moto superpersonalizzate in modo approssimativo, limitandoci il piacere di guida. la SP135 finisce nella SS508 della val Sarentino.
molto veloce, è da ricordare per le numerose gallerie scavate nella montagna, nelle quali occorre fare molta attenzione, in caso di un passaggio di una corriera lo spazio è molto ristretto.
Seguiamo le indicazioni per il passo della Mendola, lo Ste me ne ha parlato tanto ed il mio livello di aspettativa è alto.
Potrei definirlo un concerto brandeburghese di Bach, ma al posto delle note ci sono le curve.
Ritmico eppur vario, appena pensi di aver preso una traiettoria che possa esser buona per tutto il suo percorso, ti rendi conto che la devi riadattare, dal tornante lento al curvone veloce, tutto pare la partitura perfetta di un compositore di altissimo livello.
Fino a Ruffrè siamo solo io e Luca ad essere gli inconsapevoli interprei di simile musica, poi due Motorrader austriaci si accodano a noi. CBR 1000 RR bianco e nero ed un Suzuki GSX-R 750 di qualche anno fa.
Il Tizio in CBR ci sa fare, è come la mia ombra, ogni volta che osservo gli specchietti lui è li come io sono in quelli di Luca, qui mi sto veramente impegnando al massimo, non voglio perdere il contatto.
Arrivati al Passo Palade, ci fermiamo per decidere il da farsi, loro, gli Austriaci sfilano velocemente e noi si riparte seguendoli ricucendo in breve lo strappo.
Da Qui a Lana è stato uno dei tratti stradali in cui mi sono divertito di più in vita mia. IL CBR e Luca si allontanano leggermente, poi il GSX-R e poi un po più staccato io, pensavo di farlo con calma ma poi la follia che c'è in ogni motociclista ch si rispetti prende il controllo di me e nonostante Hime sia la sfavorita nel parco moto di questa sgroppata altoatesina, recupero terreno fino a ricucire lo strappo con il GSX-R, sono costretto spesso alla prima per non perdere contatto in accelerazione, ma recupero tutto in curva ed in frenata, tanto che ho pensato in un paio di curve di passare il mio "rivale".
Per fortuna la mia parte "sana" constata che il livello di divertimento è già elevatissimo e che una manovra del genere potrebbe essere azzardata.
Si arriva a Lana separata da pochi secondi, mi sarebbe piaciuto scambiare due chiacchiere con i 2 stranieri, un abbraccio e dei complimenti reciproci magari innaffiati da una birra fresca.
Facciamo benzina, e poi saliamo per la Val d'Ultimo, uno dei posti più belli che abbia mai visto in vita mia, con le sue gallerie dalla forma così particolare.
Prati verdi, montagne imponenti, paesini da fiaba, potrei viverci in un posto come questo.
il percorso è veloce ,ma piacevole l'asfalto perfetto, peccato che quando comincio a prenderci gusto bisogna svoltare a sinistra per proseguire verso la val di non e poi verso la val di sole; la salita si fa ripida, i tornanti si susseguono, la pioggia cade in piccole gocce nebulizzate non disturbando affatto la nostra guida.
La strada fino a Cagnò è interessante, peccato l'asfalto rovinato dal nostro lato stradale. Succssivamente un veloce trasferimento sino a Dimaro per intraprendere la Val di Sole.
La strada per Madonna di Campiglio è poco tecnica, e molto trafficata, scopriremo a Pinzolo il motivo, il ritiro della Juventus.
Da qui a Tione è un attimo, prima che la pioggia ci costringa di nuovo a a fermarci, Birretta, gelato e attesa.
Si riparte alla volta di Storo dove riprenderò la strada fatta all' avvio di questo piacevole fine settimana.
Ci salutiamo ad Idro, Luca rientra a Ceniga, io rientro a Milano sotto una pioggia battente fino a Brescia, da li straziostrada fino a casa.
760 km in 2 giorni.
Sono stanco, felice, onorato ed orgoglioso di avere amici così.
Grazie ancora di tutto, sono in questi momenti che mi rendo conto che sono vivo e che apprezzo la vita in ogni sua minima parte.

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