venerdì 14 ottobre 2011

100.000 .... on the Albula

Ok in questo periodo mi sento emotivamente instabile e tutte le mie sensazioni sono amplificate in negativo ed in positivo.

Oggi riguardando le tante foto scattate in cui tu sei la protagonista ho rivissuto per istanti lunghissimi le emozioni, le sensazioni , i profumi, i sapori ed i rumori di luoghi, persone ed esseri viventi sparsi.
Ho sorriso, pianto, riso di gusto, mi sono arrabbiato... sei riuscita a far crescere in me un sentimento che non pensavo si potesse provare per un oggetto inanimato. Forse questo sentimento è dovuto al fatto che grazie a te ho avuto la possibilità di conoscere in primis luoghi, poi persone, alcune sono solo passate nella mia esistenza e ne ricordo con piacere la fugace apparizione, altre invece sono diventate presenze costanti di cui adesso faccio fatica ad immaginarmi senza. Sei arrivata una mattina di Giugno 2005, ho dovuto aspettare 2 settimane prima del nostro matrimonio, quando mi sono reso conto che era tutto vero è stato come avere un tuffo al cuore, un'emozione fortissima averti finalmente tra le mie mani dopo che mi avevi fatto la corte dall'alto del piedistallo nella vetrina in cui eri l'unica protagonista, poi è arrivato tutto il resto.
I luoghi che prima per me erano un' onirica utopia sono diventati una certezza costante, a pensarci non mi capacito del perchè alcuni luoghi più di altri rimangono impressi in me. Ho fortemente voluto che questo giorno importante per noi fosse vissuto in uno di questi luoghi simbolo e così è stato, ho sorriso quando arrivati assieme ai 2315 mt dell' Albula il tuo tachimetro segnasse beffardamente 99.999 e non 100.000 ma in fondo è sull' AlbulaStraße che questa cifra è stata raggiunta, quindi mi sta bene. Doveva essere li, è stato il nostro primo viaggio importante, non avevi ancora l'abito da sera che ti ho regalato nel corso degli anni, che ti ha reso unica e di un'eleganza particolare. Ricordo il mio stupore nel vedere La Punt-Chamues da uno dei primi tornanti del versante sud, come da un privilegiato palco dal quale vedere una rappresentazione teatrale maestosa, messa in scena da madre natura e dall'ingegno umano. Un panorama unico che non so rendere ne a parole e nemmeno in foto. L'odore dell'umidità, quello che percepisci da lontano osservando le nuvole che di li a poco ti accompagneranno in un liquido e freddo abbraccio. Quel Klausen nel 2010, il nostro danzare tra torrenti d'acqua quasi ai limiti dell'incoscenza, preludio a quella tua ferita grave sul tornante appena dopo Mollis, il doverti abbandonare per giorni in terra straniera ma amica, per poi ritrovarti ed osservarti su quel carrello dietro di noi, come se dai tuoi occhi uscissero fuoco e fiamme di voglia di tornare, di essere più in cattiva di prima, di accompagnarmi in tante altre scorribande in giro per le Alpi.
Quelle lame di luce a ferire gli occhi in un tramonto intenso e ventoso sulla Villacherstraße, dove ho preferito rallentare piuttosto che rischiare per una condizione di luce difficilissima. Valutare distanze e contorni era una sfida alla mia già fragile vista. La discesa dietro a quel lampo verde, la risata convulsa dentro al mio elmo protettivo per non aver la capacità, mia e tua, di riuscire a star dietro a quel lampo, troppa la differenza di cavalleria e di manico.
Per un attimo ci hai creduto anche tu di poterli superare vero!??
Insomma potrei andare avanti per ore a ricordare tutto quello che abbiamo passato in questi 100.000 km assieme...
Posso solo ringraziarti per tutto ciò che hai regalato alla mia esistenza e spero che anche tu sia stata contenta di star con me, convinto che "our love will last forever..." .

Grazie

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