martedì 25 ottobre 2011

Der Pragel und die Klöntal - zweite kapitel



Una primordiale foresta di conifere mi inghiotte di nuovo, il Kerenzenberg è infido ma alla fine non riesci a non apprezzare gli scorci maestosi che sa regalare.
In mezzo al bosco l'asfalto è perennemente umido e nonostante sia di buona qualità con un tracciato da leccarsi i baffi, va sempre rispettato e mai sfidato. 
In compenso al suo inerpicarsi sul fianco della montagna muta il suo aspetto in una speciale balconata panoramica sul Walensee che culmina a Filzbach. 
Il lago quest'oggi di un colore così irreale che ho difficoltà a descrivere, un misto di blu cobalto con punte di turchese e smeraldo, semplicemente magnifico. Questo piccolo borgo ha veramente una posizione invidiabile.
La Kerenzenberstraße in prossimità della sua fine ha un ultimo sussulto di gloria, un panorama spettacolare su Glarus e le circostanti Alpi glaronesi.
Sono quasi le 10 ed ormai il clima è decisamente piacevole, non fa ne caldo ne freddo. Il sole splende e di nuvole nemmeno l'ombra.
Il Pragel mi attende e la mia curiosità cresce al passare dei km che mi separano da quella svolta a destra. Il cartello che indica la chiusura fine settimanale dice che sono sulla strada giusta, il Pragel e la Klöntal sono posti poco frequentati e quindi la strada è quasi deserta, la scritta “Offen” da il via ufficiale alla salita verso la sella che divide il canton Glarus dal canton Schwyz.
Mi stupisce vedere una macchina della Polizei su per di qua, ne capirò poi il motivo.
La vallata si preannuncia bellissima, stretta e verdeggiante. È già tanto che siano riusciti a costruire una carrabile... un miracoloso matrimonio tra natura e presenza umana. I colori autunnali qui in valle sono in divenire, un caleidoscopio di gialli, ocra, ori e rossi. Le cortecce degli alberi intrise d'umido mattutino rendono il muschio ed i licheni che le ricoprono un lucido velluto verde. Tutto è immerso nel bosco ceduo e solo con il procedere verso l'alto si cominciano ad incontrare le prime conifere. So per certo che nel mio incedere a breve avrò l'ennesima visione lacustre di questa giornata ma lo stupore del momento è stato uno dei momenti più belli che abbia mai vissuto in compagnia di Hime. Il lago è apparso improvvisamente, placido e liscio come una tavola, dopo un leggero scollinamento all'immediato limitare del bosco. Uscire allo scoperto di un'area così ampia dopo aver provato l'intimità del bosco toglie il fiato. Qui capisco la presenza della Polizei, che nel frattempo mi aveva raggiunto al limitare del lago.
Un suono di campanacci prima appena percettibile si fa via via più prossimo ed assordante.
Alcune centinaia di bovini stanno vivendo l' Alpabzug (transumanza) agghindati a festa con dei copricapi fioriti. La lenta ma inesorabile processione viene controllata da numerosi mandriani e mandriane vestiti a festa con i costumi locali.
Indubbiamente ai giorni d'oggi assume un connotato folkloristico ma riesce ancora a trasmettere il senso di fatica e di vita alpina che resiste da queste parti nonostante la tecnologia.
Le simpatiche vacche lasciano anche dei simpatici ricordini su tutta la sede stradale e l'aria prima frizzante e fresca si riempie di note acri e pungenti tanto da farmi arricciare le narici.
Assisto con pazienza al lento passaggio ed una volta che la Polizei me lo permette procedo sulla Klöntalerstraße costeggiando l'omonimo lago incedendo lento e sinuoso per evitare le deiezioni bovine. Richisau si trova sul lato opposto del lago in un piccolo piano alluvionale, piccolissimo borgo alpino che decido di non visitare, ho troppa voglia di arrivare in cima al Pragel.
La strada è sempre ostica a causa della transumanza, debbo fare più attenzione del solito, non solo è stretta ma anche con poca visibilità e le wiederoste sono sparse qui e la anche se ben segnalate.
Prati verdi e piccole coltivazioni fanno da cornice alla sede stradale fin quando il bosco lascia il posto ad un paesaggio si verde ma molto più spigoloso e roccioso. Anche qui una processione di bovini rallenta il mio incedere. Il bovaro mi fa segno di procedere senza problemi tra le mucche, sulle prime lo prendo per pazzo ma poi posso constatare che i suoi bovini sono molto tranquilli e socievoli, per nulla paurosi e riesco a superarli senza troppi patemi d'animo.
A questo punto ho pieno campo libero e scarico a terra parte dei cv di Hime per giungere finalmente al passo situato anch'egli nelle vicinanze di un laghetto alluvionale.
La discesa verso Muotathal comincia in un selvatico mix tra rocce e conifere che diventerà quasi un bacio tra me ed il bosco, tanto è fitto e vicino. La natura qui la fa da padrona e per l'uomo dev'essere stata un'impresa veramente titanica costruire questa stretta strada in questa stretta valle. La foresta che mi circonda in verità è una delle poche foreste vergini rimaste in Europa ed è ovviamente territorio protetto.
Muotathal appare prima dall'alto del limitare del bosco in una rara “finestra” tra gli alberi, poi si mostra come un paese piuttosto ampio che occupa tutta l'ampia vallata che si trova sotto la foresta.
Da qui a Schwyz, omonimo capoluogo del cantone in cui mi trovo la strada si fa sempre più dritta e con meno particolari da ricordare.
Ripercorro il sinuoso tunnel semiaperto che mi riporta ad Altdorf e la tentazione di percorrere il Klausen è alta ma per oggi ho altri programmi.
Andermatt e la Gasthaus Die Ochsen mi aspettano per un pranzo tipicamente alvetico.

Continua...

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