lunedì 17 ottobre 2011

916,3


Eliminare i noiosi trasferimenti sarebbe bello, peccato che l'unica possibilità per farlo, quando si ha intenzione di percorrere circa 900 km in una giornata assieme alla propria cavalcatura è di farlo nelle ore in cui le trafficate arterie che portano a Milano sono sgombre, ovvero di notte.
Quindi sveglia alle 4 e partenza alle 5:30 di un mattino di fine estate per raggiungere il Glaubenbielen ed il Glaubenberg.
Sono due passi che si trovano a ridosso dei cantoni di Nidwalden, Obwalden e Luzern nella Svizzera centrale.
Non sono esattamente prossimi al confine per cui anche le strade da percorrere per raggiungerli vanno scelte con cura. Risultato: 10 cantoni ed 11 passi alpini da percorrere.
È settembre inoltrato e nonostante il caldo delle ore diurne, in moto alle 5 di mattina fa piuttosto freddo, raggiungo Chiavenna poco prima delle 7 ed immaginare il sapore della seconda colazione non fa che accrescere la soddisfazione delle mie papille gustative quando, una volta entrato nella pasticceria Mastai assaporo la brioche calda ed inebrio le narici con il profumo del buon caffè.
Risalgo in moto ed il sole comincia a far capolino tra le cime dei monti.
L'unico essere vivente in circolazione sembro essere io e gli unici rumori percepiti sono l'aspirazione roca di Hime ed il ruggito sommesso del suo motore. La luce del mattino ha un non so che di delicato, come se l'immensa mano di madre natura svelasse con cura e leggerezza una sorta di scura coperta di dosso ai monti. I chiaroscuri prima sfumati si fanno sempre più taglienti e le rocce assumono mille sfaccettature affilate come lame. Il cielo azzurro senza nemmeno una nuvola fa il resto. Il Maloja snocciola curve una dopo l'altra, la strada priva di ostacoli, solo sul muro finale prima dell'altopiano m'impone uno stop a causa dei lavori in corso per consolidare un terrapieno all'interno di un tornante.
Tiefencastel viene raggiunta attraverso Silvaplana prima e lo Julier poi; è il solito misto di stupore per la bellezza dei luoghi ed il piacere di guida per il quale non finisco mai di ringraziare gli ingegneri civili svizzeri.
Lenzerheide è un intermezzo piacevole per giungere a Chur e poi a Bad Ragaz, il campo da golf del paese assieme agli alberghi a 5 stelle rendono tutto permeato di un'aura di ricca esclusività.
Raggiungere Glarus è sempre un'emozione forte, quel tornante, quel 24 luglio 2010, la pioggia, l'olio, Hime in terra ferita. Fare quel tornante è sempre una sfida, ed ogni volta che ci passo scatta la carezza al serbatoio della mia fidata amica di scorribande.
Linthal è l'ultimo avamposto prima dell'inizio del Klausen, altro luogo che mi fa sentir bene per la natura selvaggia e per l'ostica e tecnica strada da percorrere. Le mucche al pascolo sono ancora tante, si vede che è ancora presto per l' “Alpabzug”, la transumanza che le riporterà al sicuro in valle per l'autunno prima e l'inverno poi.
É forse la prima volta che percorro “al contrario” il Klausen e devo dire che fatto da est verso ovest ha un fascino tutto particolare si ha la sensazione che le alpi glaronesi ti investano letteralmente con la loro possanza, e la picchiata verso Altdorf ti si rivela tale per la pendenza del percorso che non si è mai rivelata così evidente in salita.
Qui parte il mio giro da esploratore incallito, percorro strade mai percorse per scoprire posti nuovi.
Con mio disappunto scopro che poco prima del Vierwaldstattersee l'autostrada si immette sulla statale per scarsità di spazio di una delle sponde, visto che le montagne circostanti precipitano letteralmente nel lago. Traffico intenso eppure anche così la statale si rivela molto tortuosa e piacevole, ricca di tunnel con aperture panoramiche sul lago, quasi a sembrare delle fotografie panoramiche messe all'interno di grezze cornici in movimento.
Gersau ormai è alle mie spalle e percorro un alberato e rigoglioso lungolago prima di arrivare all'imbarcadero per la sponda sud.
Ho circa 20 minuti prima che arrivi il traghetto e resto ipnotizzato dal colore di questo lago.
Sorpresa inaspettata, come anche il lago di Walensee la prima volta che lo vidi, sono laghi presumibilmente morenici e la forza di arcaici ghiacciai non più presenti hanno letteralmente divorato le rocce delle montagne circostanti. Questo porta ad avere una viabilità incompleta, nel senso che entrambi questi laghi non hanno delle strade su alcune sponde, la montagna sembra voler verticalizzare il suo ingresso in acqua e questo rende molto più affascinante e selvaggio il tutto.
È bello poter pensare che nel cuore della vecchia Europa possano esistere piccoli scrigni di intoccato dall'uomo.
La traversata dura circa 20 minuti e faccio la conoscenza con una coppia di anziani mototuristi zurighesi che mi illustrano le montagne circostanti, dominate dallo svettante Pilatus. Beckenried si presenta come una tappa abbarbicata sul lato basso della montagna ed è per me un passaggio verso Sarnen. Questa bella cittadina si trova sulla riva nord dell'omonimo lago in una ampia e verdeggiante valle. Tipicamente svizzera, dal suo centro storico con l'impianto viario tipicamente medioevale, case a graticcio, tetti spioventi, piazzette con le immancabili fontane. Tutto potrebbe essere di un'altra epoca se non ci fossero negozi con strumenti tecnologici ed auto parcheggiate qui e la.
In realtà la mia fugace visita a questa cittadina è stata una svista, ad una rotonda ho semplicemente sbagliato svolta non vedendo il cartello per il passo del Glaubenberg.
Ecco, la Glaubenbergstraße comincia a far capire di che pasta sarà fatta dalle prime curve, ripide, ampie, asfalto perfetto, in poche centinaia di metri sei sopra Sarnen, il lago sulla tua sinistra prima vicino, dominatore incontrastato degli spazi che feriscono gli occhi per la disarmante bellezza del panorama, poi sempre più distante mentre la Straße continua a salire in modo più dolce ma inesorabile. Il Sarnensee si defila sempre di più dalla mia vista ed i pochi paesini montani protagonisti di questa terrazza naturale lasciano i miei pensieri e mi concentro di più sulla guida.
Questo posto mi ricorda sempre di più la Nockalmstraße, un percorso naturalisticamente stupefacente, boschi, pascoli, cime e rocce a perdita d'occhio ma è un luogo che come la più famosa strada alpina austriaca ti abbraccia e ti coccola più che essere una sfida ostica ed ostile come ad esempio il Klausen, altro piccolo particolare a ricordarmela sono le numerosissime weideroste, le grate per l'attraversamento stradale del bestiame, segnalate però meglio e posizionate mai in modo pericoloso.
A Poca distanza dal passo, la strada prende a scendere in modo disomogeneo, prima in picchiata poi in modo dolcissimo poi di nuovo in salita, insomma un profilo altimetrico decisamente poco stabile, il tracciato si fa molto tortuoso per qualche chilometro ma nonostante tutto sempre molto piacevole. Tornando verso nord si rientra nel cantone di Luzern lasciandosi alle spalle l'Obwalden, siamo in piena Svizzera centrale e l'effetto Heidi è garantito, mucche, pascoli, boschi, pace e tranquillità; una versione paradisiaca della vita montana anche perchè il Glaubenberg non è tra i più conosciuti passi alpini vista la vicinanza di mostri sacri come Grimsel, Susten, Furka e Nufenen.
Arrivato ad Entlebuch svolto a sinistra in direzione sud, la valle è ampia e verdeggiante, siamo su un altopiano a circa 800 mt s.l.m. ma la strada ritorna ad essere trafficata fin a Schüpfheim dove mi attende la svolta verso la Panoramastraße del Glaubenbielen.
Onestamente all'inizio sono rimasto un po deluso, ne avevo sentito le lodi ed invece i primi10 km sono abbastanza insignificanti, solo le due creste montane sulla mia sinistra hanno un aspetto degno di nota, per quanto riguarda la guida invece una delusione, strada praticamente rettilinea con pochissime curve, realmente non capisco il perchè sia una Panoramastraße...
la mia delusione muta in dubbio, prima moderato poi intenso, arrivato a Sörenberg dove incontro i primi impianti di risalita, la strada migliora sensibilmente come il panorama fin quando si rientra in Obwalden, diventa stretta sembra giocare a nascondino con boschi e prati, un continuo gioco di luci ed ombre che ad ogni passaggio regala panoramiche viste sulle vallate circostanti. Ok, il dubbio ha lasciato la mia mente per trovare la conferma che questo luogo va visto per quello che regala agli occhi ed alla memoria, la guida soffre un po ma realmente non importa. Le soste regalano viste realmente uniche appena dopo il passo.
Da li tutta la vallata dal Sarnen in giù si dischiude come un magico fiore in tutta la sua inimitabile bellezza.
Un punto d'osservazione privilegiato, che fa da premessa all'ultimo tortuosissimo tratto sino a Giswil in mezzo ad un bosco stratosferico.
Da qui il Brunigpass è a pochi chilometri di una strada ampia piacevole e tortuosa il giusto.
Non mi sono ancora fermato e sono ormai le 12:30, comincio ad avere fame ed arrivato in cima al passo mangio un croissant alle mandorle ed uno squisito succo di mela frizzante, mooolto svizzero...
Meirigen mi aspetta, e nella mia testa si sussegue una domanda:
Grimsel o Susten?!?” .
Ho ancora pochi minuti per decidere cosa fare, ma questa domanda mi uccide.. Due tra i più bei percorsi elvetici che stanno facendo un incontro di box all'ultimo round nella mia povera testolina...
Innertkirchen, un bivio, una decisione, e Grimsel sia!
Buffo, i posti che ami sono sempre così identicamente diversi, una nuvola, un riflesso, un orario inusuale, tutto concorre a rendere speciale un luogo e la salita al Grimsel stavolta una ciliegina sulla torta in più: l'Oberaar, il suo rifugio ed il suo ghiacciaio.
Superata Guttannen, il lato aspro e apparentemente ostile del livello glaciale delle Alpi si fa sempre più vivo, i boschi lasciano il passo alla roccia viva, il verde si permea nelle sfumature della roccia come flebili lampi di colore.
Con il Räterichsbodensee ed il Grimselsee alle spalle giungo in cima al pianoro del Totensee.
Li un piccolo cartello bianco, un semaforo ed una strada così stretta che sembra una mulattiera mi indicano un nome: Oberaarsee.
La stradina è a senso unico alternato, alla fine è una strada di servizio che la KWO ha approntato per giungere alla diga dell'Oberaargletscher, che assieme agli altri invasi creano energia elettrica.
La Maestosità dei monti è il preludio di quel panorama che porta a vedere in lontananza l'Aletsch e lo Jungfrau, entrambi patrimoni dell'UNESCO. C'è una pace insondabile in questo luogo, non appena la strada comincia a scendere verso il Berghaus Oberaar spengo il motore di Hime ed assaporo il fruscio del vento, i profumi dell'alta montagna ed ammiro panorami mai visti prima, anche il Gelmersee prima non visibile. Rientrato sulla strada principale mi dirigo verso Ulrichen e poi verso Airolo tramite il Novena. Qui il meteo cela capricciosamente le cime più alte e le sfumature sempre più plumbee mi consigliano di aumentare il ritmo non dando a questo luogo l'attenzione che meriterebbe.
In compenso la Tremola percorsa in un tardo pomeriggio nuvoloso mi da una soddisfazione immensa, quasi non fosse di insidioso porfido, semplicemente unica.
A questo punto solo l'Oberalp ed il Lucomagno mi separano dal completare questo mio personalissimo tour.
Tour che si conclude con della fastidiosissima pioggia poco prima di Bellinzona che mi accompagna sin quasi a casa.
Alla fine 916,3 km fatti in giornata assieme alla mia fida cavalcatura, una giornata splendida che la pur poca ma intensa pioggia non è riuscita ad inficiare.



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