martedì 14 ottobre 2008

Jessica

Il telefono squilla, numero nascosto, mah! Rispondo, chissà chi è…
Mi risponde una voce che mi dice qualche parola in francese, una voce familiare, mi sembra quella di …
Non ne sono sicuro e nella mia incertezza ripeto: “Pronto!?”…
Dall’altro capo dell’invisibile filo la voce mi fa :”Ciao David, sono Jessica come staii??”
Era un pomeriggio anonimo, ed invece è staro rallegrato dalla telefonata di una persona che non sentivo e vedevo da anni se non attraverso il telematico aiuto della posta elettronica.
Jessica, la mia collega parigina, la ragazza con quell’accento inconfondibile con la quale ho condiviso un sacco di pause pranzo. Collega perché anche se non lavoriamo più assieme, io a Milano lei a Parigi, per me lo è rimasta come lo era tanto tempo fa.
Ci capivamo al volo, anche se avevamo spesso idee divergenti, poi quando riuscivo a farla ridere ridevo con lei mi piace troppo la tua risata, mi mette di buon umore.
Mi racconta di lei, della sua vita dei suoi 3 nipotini, le dico che anche io diventerò zio molto presto. Lei incredula, le ho raccontato talmente tante volte di mia sorella che eravamo in due a non credere a questa cosa. Siamo entrambi molto felici.
Poi scherziamo sul fatto che andremo falliti a furia di fare regali ai nostri nipoti.
Alla fine 46 minuti di chiacchierata, del più, del meno, di ricordi comuni.
Un pomeriggio reso migliore da un’amica lontana

Jessica

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