giovedì 9 ottobre 2008

Passaggio in Engadina

In estate per evitare il caldo parto sempre molto presto per i miei giri in moto, visto che poi sono 600/700 km fatti in giornata.questo implica un vestizione a strati perchè in ogni caso il fresco può fare brutti scherzi.. beh! io amo la montagna, amo il suo odore, il suo colore, il suo sapore che ti entra dentro tramite i profumi intensi.provate a stare in un'abetaia d'estate, riuscirete a sentire il sapore della resina per quanto è intenso il suo odore...beh! parto alle 6.30 da milano direzione nord verso le amate alpi, la giornata è limpidissima , comincia ad albeggiare i colori acquistano una consistenza sempre più netta, cominciano a distinguersi tra loro... il il blu oltremare del cielo comincia a cangiare dai toni dell'indaco al rosso acceso, fino all'azzurro più limpido..non una nuvola a interrompere questo spettacolo che spesso non notiamo data la vita frenetica che facciamo tutti i giorni.quando raggiungo Maloja il sole ha già tolto le coperte della notte al paesaggio, sono le 8.30, il traffico comincia pian piano a ridestarsi.Il belvedere del maloja è li però con un panorama mozzafiato, in quel momento rende gli uccelli esseri degni di invidia per la loro possibilità a sorvolare tutto questo senza limiti... non ho altro da fare che proseguire il mio viaggio per le alpi svizzere, l'aria su questo altopiano di 1800 mt ha già un non so che di diverso, un non so che ... una sensazione che non puoi condividere, puoi solo tentare di spiegare ma non condividere , è troppo personale ed intensa da trasmettere... per questo mi piace viverla da solo.il mio è forse egoismo però non voglio interruzioni in questi momenti.potrei perdermi a cercare i limiti dei miei sensi acuirsi sempre più nel rumore delle foglie, in quello del vento che accarezza l'erba o che increspa appena la superficie del lago di silvaplana...l'unica presenza ritmica è costante è il battito del mio cuore, pur facendomi provare sensazioni forti non batte all'impazzata come mi sarei aspettato, si limita a seguire il ritmo naturale di tutto ciò che ha attorno..solo il ticchettio dello scarico caldo della zeta sembra essere l'elemento estraneo ... però se non fosse per lei non sarei qui non potrei descrivere la meraviglia che si impossessa di me. scatto delle foto che pur essendo belle non hanno la fisicità che mi è rimasta dentro, sono istantanee grazie alle quali posso riportare alla mente tutto... il viaggio prosegue verso lo julierpass, il paesaggio cambia assieme all'altitudine, altri odori, altri sapori, altre sensazioni associate ad una strada ricca di curve che a differenza del solito non vuoi percorrere come al solito, vuoi rallentare , vuoi fermarti a guardare quello sperone roccioso, quel gruppo di piante che sfida le leggi della fisica.poi arrivi di nuovo in valle e un'opera umana estranea a tutto ciò crea uno spettacolo mozzafiato. un lago di un colore che non sai definire, sembra turchese però è anche blu con sprazzi di verde smeraldo..e pensare che è tutto un gioco di riflessi, sembrerebbe semplicissimo invece lo somatizzi in modo personale, invece di spiegartelo lasci solo che ti invada l'animo per farti sentire meglio. la sosta ai lati del bosco, lo spegnere il motore per non sentire nulla che importuni la natura, il suo incedere vitale e regolare, la corteccia ruvida dell'abete sotto le dita, il brusio di un bombo, il rosso fuoco di un solitario papavero, tutto questo posso gustarlo, sentirlo, vederlo, ascoltarlo e toccarlo anche grazie alla mia zeta.....

Passaggio in engadina

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