sabato 11 ottobre 2008

La Paola di Torba di Gornate Olona

Si entra senza nessun filtro, l’ingresso la prima volta che l’ho varcato mi ha lasciato perplesso.
Non ho mai avuto troppa simpatia per i bar demodè con il bancone e l’arredamento che fa tanto anni ‘60/’70. Però quel bel tavolaccio lungo li sulla destra mi faceva l’occhiolino, con le sedie a fargli da damigelle d’onore.
La macchina per il caffè che sembra troppo vecchia per definirla attuale ma troppo nuova per renderla piacevolmente un pezzo d’epoca funzionante. Gli scaffali dei liquori li dietro con l’immancabile parete specchiata alle spalle e poi il tocco di moderno che però fa scadere il livello di tutto, un’invasione di patatine, merendine, dolcetti, pacchetti e pacchettini di caramelle, chewing gum e affini.
Potrebbe essere un bar di periferia come ce ne sono tanti, invece mai dare per scontato qualcosa o fermarsi alle prime apparenze, in questo caso avremmo commesso un errore madornale.
Avremmo, parlo al plurale perché sono assieme ad uno degli amici che considero un vero gourmet, che mangia anche con gli occhi come direbbe mio papà. Ma non è di lui che voglio parlare ma del luogo e della persona che lo gestisce.
Il luogo è la “Trattoria di Torba” nome tanto intrigante quanto semplice nelle sue tre parole. Torba è un luogo, per la precisione Torba di Gornate Olona, che sembra distante dai ritmi frenetici che le scorrono intorno e la trattoria non fa eccezione a questo incedere lento.
Dicevo, il non fermarsi alle prime apparenze, nel mio caso un passaggio laterale accanto al bancone, dove forse prima una porta aveva il suo luogo di “residenza”, è qui che un mondo intimo e accogliente si dischiude ai miei occhi ed ogni volta che vi torno è sempre come arrivare a casa di amici, accomodarsi in sala da pranzo e parlare del più e del meno.
Poi arriva lei la Paola, una signora d’altri tempi, con le sue ciabatte di pelle chiara, la sua gonna appena sotto le ginocchia, lineare nella semplicità del taglio. Il golfino scuro a maniche lunghe i capelli raccolti a chignon dietro la nuca, uno chignon approssimativo, non c’è nulla di artefatto o ricercato nel suo essere eppure è elegante nella sua semplicità e nella sua naturalezza. Poi il tono della voce, pacato, lento incredibilmente lento, soffice come un abbraccio materno.
Ecco la Paola riesce a metterti a tuo agio da subito e pazienza se poi il pur esemplare servizio sarà di una lentezza epocale. Ma non importa, realmente non importa in quest’oasi della tranquillità ove riscoprire i giusti tempi per cenare, ecco direi che la convivialità è di casa.
Sa il menù alla perfezione, elenca le pietanze con dovizia e solennità e passa mollemente da un tavolo all’altro per portare un piatto o per domandare ad un avventore qualsiasi come gradisca la serata.
Il posto, 2 stanze piuttosto grandi, sembrano il salone di una casa anni 50, quadri alle pareti un pianoforte li di lato con i pizzi sotto ad un candelabro, delle vecchie decorazioni natalizie che rendono scintillante un angolo, un pupazzo di cartapesta, le tovaglie di cotone damascato, tutto questo contribuisce al risultato della serata di cui la Paola è l’assoluta padrona e discreta regista.
Il modo in cui ad un tavolo dove ci sono due amici riesce a convincerti ad accendere una candela, magica nel suo “ .. è che lo propongo spesso, la luce della candela è morbida crea un’atmosfera accogliente e calda..”. Noi due a queste parole capitoliamo alle nostre recalcitranti e stereotipate idee.
La Daniela in cucina crea pietanze magiche, particolari e uniche.. ci vuole del tempo per mangiare qui.
Ci vuole una certa cerimoniosa etichetta, per non essere un elemento estraneo all’atmosfera che si crea. Alla fine però, risulta tutto naturale e fin troppo semplice adattarsi a tutto ciò.
Mi sento in fondo un privilegiato ad avere la possibilità di provare ancora delle sensazioni simili e di poterle condividere con un amico vero, che mi ha portato con se in questa oasi di lentezza.
Mi rattrista vedere invece come certi ospiti della Trattoria siano il classico stereotipo del lumbard arricchito.
Loro non vedono nulla, non notano nulla. Per loro è solo molto chic essere li.
Noi invece assaporiamo tutto, profumi odori e sensazioni e compiaciuti spezziamo la rosetta calda che la paola ci ha portato, a loro ha portato del pane freddo…
La Paola di Torba di Gornate Olona.
Grazie Stè

Nessun commento:

Posta un commento