giovedì 23 ottobre 2008

L'osservante

Una giornata d'autunno grigia , foschia ..
il sole non ce la fa a filtrare la spessa coltre di nubi e umidità..
il solito viaggio con i mezzi pubblici verso l'ufficio.
l'immancabile libro nello zaino, il lettore Mp3 che spara nelle mie orecchie un play list fatta a casaccio, si alternano pezzi rock con pezzi alternative, pop ed elettronici.
Tamburello il ritmo sulla mia coscia mentre cammino, mi sveglia ed oggi ne ho bisogno più di altri giorni.

Solitamente mi si prospettano delle scale,tutto sommato poche per scendere sottoterra per salire sul metrò.
qui in genere mi creo il mio mondo sospeso, provvisorio, della durata di appena 5 fermate.
per poi uscire di nuovo all'aperto di una corsia preferenziale dove un filobus mi porta alla fermata davanti al mio attuale ufficio.

Solitamente:
una cosa che in fondo fai di solito prospetta abitudine a farla. quindi dopo un po la noia subentra e cerchi di rendere questo tragitto diverso, più breve, più piacevole.

oggi la lettura stentava e dopo un paio di pagine, prima che la metropolitana arrivasse alla seconda fermata, ho lasciato il flusso delle note che provenivano dal mio Go gear prendere il sopravvento. Distrattamente infilo il mio libro nello zaino e poi sempre distrattamente mi guardo intorno.

Fa caldo in questa Milano autunnale, un caldo umido e all'interno di questa scatola di metallo vetro e plastica il disagio è palese sui visi delle persone.
osservo le loro facce con discrezione, la signora dell'est accanto a me ha un'espressione vitrea, come il colore dei suoi occhi eppure mi sembra di leggere un filo di preoccupazione in lei.

i ragazzini li vicino parlottano a voce alta, li sento nonostante la musica veicolata dagli auricolari alle mie orecchie. loro sono l'immagine triste della generazione adolescenziale odierna.
Sono tante fotocopie di una stessa ipotetica persona, superficiale marchiata con un timbro di garanzia firmata in tutto. anche il loro lettore mp3 colorato ne è uno status symbol evidente.

in realtà sono le mie sensazioni ad essere forse confuse!?!? quello che vedi su una metropolitana o su un filobus alla mattina presto, facce addormentate, facce felici, facce rassegnate, sono veramente quello che ti sembrano alla prima impressione?

oppure viviamo in una società piatta che uniforma gusti e sensazioni?
mi ritrovo, complice la mia colonna sonora nel tentativo di capire cosa passi per la testa in quel preciso istante alle persone che mi sono vicino...quando osservo le persone con gli auricolari su, per me scatta il tototraccia! cerco di indovinare cosa stanno ascoltando, ma poi vengo assalito da altre sensazioni:
gli odori, il profumo di una ragazza sa di un'uscita dalla doccia mattutina avvenuta da poco,
il puzzo di zingaro che non riesci a quantificare da quanto tempo non si lavi per "accorare"* a quel modo.
il dolce odore di croissant della filippina li in fondo, lo avrà appena comprato, per emanare un simile profumo dev'essere ancora caldo...

é un concentrato di etnie che mi si para innanzi tutte le mattine lavorative, si dice che questo assembramento multietnico sia una ricchezza per la nostra società.

non ne sono molto convinto, le loro facce non sono felici, hanno un non so che di rassegnato, di nostalgia verso un paese molto lontano. eppure sono qui a fare dei lavori che la nostra ricca società disprezza e sottopaga.
la signora "bene" seduta vicino l'obliteratrice invece sembra assente, ed i suo più grosso problema lo immagino come una decisione su come pagare il parrucchiere, con la carta gold o in contanti.

Ecco che Hysteria dei Muse martella i miei nervi uditivi con il suo ritmo sincopato, per un momento mi concentro su me stesso sulla sensazione che questa traccia nel mio lettore mi trasmette.
Chiudo gli occhi per riaprirli un istante dopo ed è come se tutto intorno a me si muovesse a tempo di musica, come se tutto avesse un contorno flebile e sfumato. Potere della musica, alla mia fermata scende poca gente, tutti ingessati nei loro completi. Tutto questo ha reso il mio viaggio mattutino meno noioso, è quasi volato via... Quel misto di sensazioni e vita altrui che crea una commistione assieme a quello che provo io con il naturale confronto che ne consegue....


L'OSSERVANTE


* Accorare = in dialetto romanesco ha il significato di puzzare, avere un cattivo odore pungente.

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