sabato 11 ottobre 2008

UNICUM

La bottiglia è confortante, tonda, morbida con un collo sottile che culmina in un tappo cilindrico perfetto.
La forma sferica è interrotta solo per lo svaso necessario a farla stare in piedi. Unica nella sua forma, unica nel suo color verde translucido.
Il nome storico della famiglia ungherese che lo inventò più di 200 anni fa, 218 per l’esattezza. La famiglia Zwack, la croce latina dorata su campo rosso, anch’esso tondo han fatto si che si reputasse un elisir di provenienza elvetica. Invece a ben guardare un richiamo alla sua origine c’è, sulla capsula del collo della bottiglia una sottilissima ed ondeggiante bandiera Magiara ci ricorda con il rosso, il bianco ed il verde il luogo natale di quello che per me è l’amaro più buono che esista.
La scritta a rilievo sul retro della bottiglia sottolinea il fatto che sia un prodotto unico, UNICUM il suo nome.
Nel nome la peculiarità di questo Amaro con l’a maiuscola, non quelle semitrasparenti brodaglie dolciastre che molti bevono. Un amaro deve essere amaro, ma deve saper stupire.
È complesso, il suo sapore è frutto della sapiente miscela di 40 tra erbe aromatiche e spezie che rendono il suo bouquet unico, dapprima un carattere deciso, poi un il coinvolgimento dei sensi con note che ricordano gli agrumi e la cannella, speziato e fruttato quindi per poi arrivare ad un climax amaro, persistente e piacevolissimo. In questo mondo dove la globalizzazione impera ovunque fa notizia forse che l’Unicum venga prodotto da 218 anni quasi sempre a Budapest e quasi sempre nella distilleria di famiglia tra alterne fortune dovute alla fuga della famiglia Zwack dall’Ungheria durante la repressione del ’56 per rientrare in grande stile nel 1972 nella terra natia dove ha il suo vero posto..
Adesso il perché ho scelto di definirmi Doctor Unicum è forse chiaro….

Il Sacro Elisir dal Nero Colore


Nessun commento:

Posta un commento