martedì 7 ottobre 2008

la mia città, Szűlőfoldom



Medesime sensazioni, medesimi sapori, odori accoglienti …
Il luogo è quello amato della tua infanzia, quello che coccoli sempre che non rimproveri mai anche quando dovresti. L’aereo aiuta a provare queste sensazioni intense, il distacco come l’approccio ad un luogo è violento e immediato, non graduale come quando arrivi facendo 1300 km in macchina o in moto.
Ferihegy 1 il terminal delle Low cost, idea geniale quanto impersonale e tipica di una globalizzazione imperante..
Il portellone dell’ A320 si apre e quell’odore che è allo stesso tempo un pugno nello stomaco e un caldo abbraccio, come quello di un’aziana nonna quando si è bambini.
È sempre lui, impercettibilmente variato nel corso degli anni ma sempre riconoscibile tra mille odori e sapori.
Sono piccole certezze che rendono i ricordi del passato attuali e reali istantanee del passato, prima sbiadite di un bianco e nero e poi sempre più nitide e colorate, sempre io come protagonista, i cooprotagonisti che si alternano nella mia memoria e nel mio presente.
L’attesa nell’avvicinarsi a quel fiume che mi ha visto crescere che mi ha visto imparare una lingua amata, complicata ma meravigliosamente armonica e musicale al mio orecchio e poi eccolo li in tutta la sua maestosa impetuosità, il Danubio che dal ponte Petofi mi regala un’istantanea sulla Cittadella e sul castello di Buda.
Karinty Frigyes Ut 27, un indirizzo tra tanti che però per me è qualcosa che mi parla e sussurra di vecchi ricordi, quel primo piano, quell’odore dolciastro di vecchia carta da parati e di parquet che avrà almeno 50 anni, l’odore di casa ecco cos’è.
Ogni volta è la stessa sensazione piacevole nella quale mi abbandonerei per un lento ed inesorabile oblio dei sensi, non può in nessun modo nuocere, non può essere negativo.
Quella vecchia cucina così uguale, dove solo gli elettrodomestici sono cambiati negli anni. Il salone sul giardino interno, ove il platano ed il melo selvatico sono li a danzare al minimo alito di vento estivo. Le foglie che creano giochi di luce attraverso i quali il sole cerca invano di giungere a terra.. quella finestra è come la cornice di un magnifico quadro del quale sono uno spettatore privilegiato. Tutte le primavere le 2 tortore, mi piace pensare che siano sempre le stesse, che amoreggiano su quel ramo dall’insolita forma ad arco, le cince, le gazze e dire che è solo un cortile interno di un palazzo del ’46 in centro… tutta questa vita è commovente.
Il sapore unico e inspiegabile della panna acida, del Kremes, della Dobos torta, del retes e di tante altre prelibatezze…
Il profumo unico e mescolato di spezie, di pane appena sfornato, di affumicato delle salsicce e del salame al mercato coperto, il sapore inebriante e piccante quasi insopportabile della Csalamade, mi sento bene quando sono circondato da tutto questo, è confortante e appagante allo stesso tempo.
Mi manca invece lo sferragliare delle tre vetturette del tram 49 il suo procedere a strattoni, i sedili in similpelle amaranto che in estate emanavano quell’odore inconfondibile, il rumore gracchiante del segnale di chiusura porte. Chissà se una volta sistemati i binari in Vamhaz korut torneranno come prima, magari restaurati, Senza sarebbe come togliere il carnielli a Milano..
Nel tempo è cambiato l’odore della città, che negli anni 80/90 odorava ancora di miscela, è cambiato l’aspetto delle strade prima colme di piccole utilitarie di regime, non avrei mai pensato che mi potesse mancare anche la Trabant, la Wartburg e tutte le loro derivazioni puzzolenti.
Eppure vedere la città un po trascurata e decadente non mi fa male come mi aspetterei, le voglio troppo bene per rimproverarla di non essersi fatta bella per il mio rientro, troppo bene non amarla con tutti i suoi inevitabili difetti, troppo bene per non riuscire ad evitare di trattenere le lacrime ogni volta che salgo sull’aereo che mi riporta a casa …
Questo lacerante modo di dire: tornare a casa..
In fondo per me è una fortuna ed una condanna allo stesso modo, ne ho due di case ma il distacco è sempre un’incontrollabile serie di emozioni …
La mia città, Budapest …….

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